A volte, nel grande circo che è la vita, diventa difficile distinguere con cura le persone che ci amano da chi non lo fa così profondamente. Ed è proprio nei giorni e nei dolori peggiori, che spesso, possiamo vedere chi effettivamente si rattristerebbe della nostra perdita. In questi giorni, nel grande dolore che ha colpito l’Italia, c’è stato un pianto che si è fatto sentire un po’ più degli altri: quello di Renzo Arbore, che ripete a singhiozzi che ormai c’erano loro due, solo loro due . Sì, Renzo, eravate davvero rimasti voi. Ma chi è il grande jazzista?
Biografia di un jazzista molto ribelle: Renzo Arbore
Renzo nasce nel foggiano ben ottantotto anni fa, da un dentista e una casalinga. Renzo ha nel sangue l’anarchia dei parenti materni. Vive la seconda guerra mondiale, sotto i bombardamenti e si trasferisce qualche anno a Francavilla al Mare. Ma la guerra finisce, finisce per fortuna, e Renzo torna nella sua splendida Puglia.
Si laurea in legge, ma la musica lo chiama, lo chiama fortissimo, ed è anche bravo. Si fa notare nel centro storico del paese e inizia a suonare, soprattutto jazz, in diverse città. La sua è stata davvero una carriera eclettica: diventa rinomatissimo grazie a L’Orchestra Italiana, conduce diversi programmi radiofonici, ed è presentatore, insieme al suo amico Boncompagni.
Arbore è anche un cacciatore, sì, ma non di tesori, di talenti: Milly Carllucci, Frassica, Benigni e Luttazzi, ad esempio, vengono tutti dalle mani del maestro.
Si torna sempre dove si è stati felici: la vita privata di Renzo e l’amore con Mariangela Melato
Renzo ha sempre avuto un rapporto molto conflittuale con il padre, molto distante dalla sua scelta di vita, e che aveva da ridire anche e soprattutto sull’abbigliamento ribelle del figlio. Che un po’ ribelle poi Renzo lo è sempre stato per davvero, fu anche sospeso dalla Rai. Cosa combinò? Giocò un po’ troppo con la carta igienica durante una puntata di Canzonissima, insieme agli amici Boncompagni e Bacardi. Peccato che qualche anno dopo Bacardi denunciò il suo amico per questioni economiche.
E’ un single, incallito: sta qualche anno insieme a Vanna Brosio negli anni sessanta, ispirando con la loro storia d’amore anche una canzone di Mogol e Battisti. Poi frequenta la Ferri per un periodo, ma finisce anche con lei. Incontra Mariangela Melato, di cui si innamora e ci passa una decina d’anni. Fino a poco prima del duemila si affianca a Mara Venier, poi torna dalla Melato, fino alla morte di lei nel duemila tredici.
Il grande amore di Arbore però è la politica: ha sostenuto per tutta la vita il Partito Radicale, diventando anche membro del comitato Bonino Presidente: Il cantante appoggiava profondamente l’idea della Bonino come Presidente della Repubblica Italiana.
Nel novantadue ricevette anche l’onorificenza di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Qualche anno dopo, sotto espressa decisione del Presidente della Repubblica, divenne anche Cavaliere di Gran Croce. Una curiosità però sul nostro Renzo, è che uno dei suoi film, Il pap’occhio, fu oscurato in Italia, perché accusato di denigrare la religione cattolica.
Il rapporto con Pippo Baudo: un’amicizia incredibile
Chiunque abbia sentito o letto l’intervista di Arbore di pochi giorni fa, non ha potuto fare a meno di emozionarsi sentendo le parole riservate a Baudo. Sembra che i due si fossero sentiti una ventina di giorni prima, organizzandosi per incontrarsi come d’abitudine. Spiega di essersi reso conto immediatamente che l’amico non stava bene, sembrava andare troppo di fretta nella conversazione. Era convinto che il quindici di questo mese lo avrebbe chiamato dalla sua amata Riccione, invece poi ha dovuto arrendersi alla triste notizia.
La commozione è grandissima nella parole di Arbore, sembra quasi mancargli la terra sotto i piedi. Descrive Pippo come un amico e un collega eccezionale, valoroso e di valori; ricorda i tempi passati insieme. Le interviste nei suoi programmi, il modo in cui lui rendeva tutto una festa. Si perde nella mente Renzo, nei ricordi delle loro confidenze.
Ricorda il loro primo incontro a Foggia, come si somigliassero, come si fossero subito capiti: la stessa idea di televisione elegante, per tutti.
Renzo racconta anche del loro pellegrinaggio dal miracoloso di Pietralcina, e di come il santo stesso lo scacciò. Ride Arbore, ride, e piange, piange molto. Baudo ha lasciato un vuoto grande e incolmabile nella televisione e nei suoi cari, ma tutti, davvero tutti, meritano un amico come Renzo Arbore.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
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