Uno dei personaggi più popolari italiani è certamente il Gabibbo. Il pupazzo rosso è un affezionato membro di qualsiasi famiglia italiana, si potrebbe dire: ogni sera ce lo troviamo in tv e ci rallegra con quel vocione e le sue gag. Però, a parte le battute e il fare amichevole, non si sa molto di questo bizzarro personaggio. Vediamo di scoprire qualcosa in più.
Il programma più lungo d’Italia: Striscia la notizia
Striscia la notizia si avvicina sempre di più ai tanto temuti “anta”; compare per la prima volta trentasette anni fa su Italia Uno. Poi, si sposta su Canale 5. Viene prima condotto da Gianfranco D’Angelo ed Ezio Greggio: striscia è satira, notizia, burle, realtà, ma drammatici colorata da un perenne tocco di ironia. Di quella pungente però.
Il programma è davvero il più lungo mai riprodotto in Italia e con gli anni vede tantissime coppie a condurlo, arriva Iacchetti a far compagnia a Greggio, poi ci sono gli amatissimi Laurenti e Bonolis, per finire con Picone e Ficarra.
Anche la parodia è un dettaglio chiave del successo del programma, ricordiamo tutti il Cavaliere Mascherato, simpatica parodia che apprezzava anche il personaggio che imitava: Berlusconi Silvio.
Perché il Gabibbo?
Il Gabibbo: chi si nasconde dietro?
Ma chi si cela dentro il grosso pupazzo? Dal 1990, fino alla sua morte, c’è stato il mimo e attore Gero Caldarelli. Caldarelli è comparso soprattutto nella celebre pellicola di Maurizio Nichetti Ratataplan, in seguito ha collaborato con Ricci nel programma ante-Striscia La Notizia Drive interpretando i personaggi Gavronski e Pendulus.
Gero muore quasi dieci anni fa dopo una lunga malattia. Dopo la sua scomparsa ne prende il posto Rocco Gaudimonte, allievo di Gero. Invece, a farne il verso c’è la voce del genovese Lorenzo Beccati; autore televisivo che ha collaborato con Ricci per programmi come Drive In, Paperissima Sprint, Estatissima Sprint e lo stesso Striscia La notizia.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
Ma le informazioni non sono tutte uguali. Se ti arriva un’informazione e da essa non piangi, non ridi, non respiri, non ti disperi o non gioisci, essa non ti serve a nulla.
Perché l’informazione è la libertà di un popolo. Ed é nelle nostre emozioni che si avverte la vera essenza della libertà.
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