Sharon Tate fu una modella e un’attrice americana, morta nel famoso massacro di Cielo Drive, apparve su molte riviste, fra cui Stars and Stripe; il suo più grande successo cinematografico è sicuramente La valle delle bambole, uscito verso la fine degli anni sessanta. Oggi vogliamo ricordarla attraverso la sua vita, fino al giorno della sua scomparsa.
La storia di Sharon, per gli amici Sheron: biografia e carriera
Sharon nacque in Texas nel gennaio dei primi anni quaranta. Comincia la sua carriera come modella e viene immediatamente classificata come una delle bellezze più promettenti del momento.
Figlia di un colonnello dell’esercito americano aveva due sorelle e, a causa della carriera paterna, la famiglia dovette trasferirsi molto spesso. I continui traslochi le resero difficile costruire dei rapporti umani, creando in lei una malinconica timidezza.
La sua bellezza le permise di vincere il titolo di Miss Richland a Washington. Insieme ai suoi soggiornò anche per un periodo in Italia, precisamente in Veneto, dove conobbe un sacco di ragazzi statunitense che come lei vivevano il disagio degli spostamenti: per la prima volta Sharon si sente capita.
Quando tornò in America si trasferì a Los Angeles dove finalmente inizia la sua vita nel mondo del cinema. La sua vita è un succedersi di successi e amori travagliati. Durante le riprese di un film a Londra, la Tate incontra Roman, con cui si fidanza e che le affida una parte nel suo nuovo film Per favore, non mordermi sul collo!
Sharon vinse solo un premio durante la sua vita: l’Hollywood Reel Indipendent Film Festival Award; ma ricevette anche una nomination ai Golden Globe e un’altra ai Razzie Award.
Un lavoro di Famiglia: la notte degli omicidi di Cielo Drive
Oggi ricorre il cinquantaseiesimo anniversario dall’eccidio di Cielo Drive. Quella notte cinque persone furono brutalmente assassinate e fra loro c’era anche la bellissima attrice, incinta del suo primo figlio.
Gli esecutori della strage furono i membri di una setta, la Manson Family. Fu il leader, Charles, a commissionare l’omicidio ai suoi seguaci. L’idea di Manson era quella di dare inizio a un conflitto etnico.
Era una notte come tante, una festa normale in una villa a Benedict Canyon, fino all’irruzione in casa degli assassini. Fatale errore: il cancello d’entrata non era stato chiuso, così i Mansons, dopo aver ucciso un ragazzo che vendeva radioline, irruppero in casa dopo la mezzanotte. Quella notte morirono anche Sebring, un ex fidanzato della Tate, Folger, Frykowski e Parent.
Roman Polanski e il dolore di quella notte
Il regista Polanski, la notte degli omicidi non si trovava a casa, ma in Europa per lavoro. Quando la notizia lo raggiunse, Roman fu devastato, racconta molto bene il dolore e le sue memorie su quell’evento nel suo libro Roman by Planski.
Quanto accaduto rappresentò per lui un trauma profondo e insopportabile, per cui cercava costantemente una motivazione valida al modo in cui la loro felicità venne distrutta. Polanski rimase turbato talmente nel profondo dalla vicenda, che le sue opere da lì in avanti, a detta dei critici, rievocheranno sempre temi e dettagli analoghi agli eventi di Cielo Drive.
La Manson Family oggi: che fine hanno fatto gli assassini?
Chiaramente la Famiglia di Charles non esiste più, perché alcuni dei suoi membri sono morti, altri sono in prigione o in libertà vigilata. Non hanno più contatti fra loro. Charles Manson, il leader, è morto otto anni fa e con lui tutte le sue verità e le sue menzogne. Atkins è morta in prigione, Watson si è rifatto una vita lontano dal ricordo della setta, Van Houten è libera da due anni e a Krenwinkel è stata negata la libertà vigilata; gli altri membri invece vivono tranquilli e nascosti ai margini della società.
Ancora oggi non si conoscono perfettamente le motivazioni dietro gli assassini di Cielo Drive e molti altri. Le ipotesi sono tante, alcuni pensano che il desiderio di Charles di uccidere i ricchi fosse da ricondurre al suo stato di povertà, altri che desiderasse notorietà non essendo riuscito a diventare un musicista. Bugliosi ritiene che fu una canzone dei Beatles ad ispirare Manson: si convinse che in essa era racchiuso un messaggio che gli suggeriva di dare inizio al caos prima che iniziasse una grande guerra di razze.
In ogni caso il leader non si è mai dichiarato colpevole e ha sempre negato di essere il mandante degli omicidi. Molti si schierarono proprio in sua difesa, pubblicando anche libri in cui venivano evidenziati gli errori processuali e i collegamenti errati fatti dalla polizia.
Ma l’unica cosa certa in tutta questa storia è che la mente umana è sordida e pericola e a causa dell’ispirazione di quel momento molta gente non ha potuto più abbracciare i propri cari e Hollywood ha perso una stella nascente, insieme al suo bambino.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
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