La storia delle Distillerie St. Roch – Levi – Ottoz affonda le radici tra i monti della Valle d’Aosta, dove ancora si respirano gli echi del passato, dell’artigianato familiare e delle tradizioni contadine. La famiglia Levi si è ritagliata, nel corso di oltre un secolo, un posto di rilievo tra i distillatori locali, trasformando la passione per la grappa in un mestiere quotidiano che si tramanda di generazione in generazione.
Oggi, il profilo dell’azienda parla di modernità ma anche di coerenza: ogni materia prima — dalla vinaccia locale all’acqua pura che sgorga dalle falde alpine — racconta una valle, un territorio, una comunità.
Tra le note di grappa affiorano sentori erbacei e resinose fragranze montane, mentre il Génépy – un liquore ricavato da erbe alpine – affonda le radici in un’antica tradizione fitoterapica. È un sorso di montagna, un’esperienza che sa di bosco, aria sottile e tramonti sulle vette.
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Procedimenti antichi, strumenti moderni
Nel cuore di Quart, i laboratori di distillazione custodiscono alambicchi tradizionali, ma anche macchinari all’avanguardia. Qui, la materia prima segue un viaggio ben scandito: arrivo, selezione, distillazione lenta. Le operazioni si susseguono tra pareti di rame e legno, pannelli informativi discreti, e lo sguardo attento degli operatori che ne seguono ogni tappa.
L’approccio non è quello del museo: non serve vestirsi da visitatori orientati al folklore. Si viene accolti come ospiti curiosi, in un ambiente dove i profili tecnici si mescolano con storie di famiglia e aneddoti legati alla Valle.
Le degustazioni, pensate per parlare al palato ma anche all’immaginazione, permettono di confrontare grappe diverse, percepire le sfumature delle erbe e capire come un piccolo cambiamento nel taglio botanico o nella durata della distillazione verifichi in modo netto su aroma e corpo.
Tra sostenibilità e futuro consapevole
Le Distillerie St. Roch – Levi – Ottoz guardano avanti, ma lo fanno con cautela, quasi con rispetto per chi verrà dopo. Non parliamo di aziende che rincorrono trend o numeri da record. L’attenzione alla sostenibilità è pratica quotidiana: packaging pensati per ridurre gli sprechi, scelta dei fornitori tra realtà locali, utilizzo responsabile delle risorse naturali. E poi c’è la voglia di innovare, ovviamente.
La ricerca ha portato a sperimentare nuovi formati, a ridisegnare l’etichetta, a sperimentare processi di mini-distillazione per estrarre aromi diversi, mantenendo però la cifra artigianale che distingue l’azienda.
L’obiettivo? Restare fedeli a un’identità alpina netta, senza rinunciare a rare sperimentazioni che parlano di territorio, storia, umanità. Il risultato è un catalogo che guarda al presente, ma parla al cuore: dove ogni bottiglia ha un suo perché, non solo un suo sapore.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






