Mindhunter è una serie tv targata Netflix che racconta alcuni tra i più tristemente famosi fatti di cronaca avvenuti in America attorno gli anni ’70. Diretta da David Fincher, già regista di Seven e Fight Club, è ispirata dall’omonimo libro scritto da Douglas e Olshaler.
La storia raccontata è quella del primo profiler di serial killer americano. Specializzato nello studio della mente degli assassini, cerca di capire ogni aspetto di un omicidio. Ne analizza i dettagli, facendosi anche aiutare da altri serial killer.
La serie è sicuramente tra i prodotti più seguiti della piattaforma e per ora è ferma alla seconda stagione. Un po’ documentario e un po’ serie tv, Mindhunter racconta come venivano svolte le indagini in un’epoca caratterizzata dall’assenza di tecnologie a fare da supporto ultilizzando invece la psicologica e la sociologia. Nella serie si spinge lo spettatore a ragionare a sua volta, per comprendere le motivazioni che spingono un criminale ad agire.
Passione criminale: la vera storia di John Edward Douglas
La serie televisiva è chiaramente per molti versi romanzata, ma non completamente. L’uomo che fra i primi si interessò a capire la struttura e la funzionalità della mente di un omicida seriale è John Edward Douglas. Douglas si rese conto che, all’interno di ogni singolo individuo che commette omicidi in serie, esiste uno schema ben preciso, definibile e intuibile.
Non parliamo di omicidi casuali ovviamente. Douglas si soffermò su un prototipo perfettamente definito di assassino: qualcuno che usasse uno preciso e ripetitivo modus operandi, dettagliato ed efferato, e che lo utilizzasse su una selezionata ma grande fascia di persone.
Le scene del crimine parlavano per lui: su di esse cominciò a capire come stilare il profilo degli assassini: doveva capirne le abitudini, i traumi, la nazionalità, la vita e lo status sociale.
Faccia a faccia con il male: l’egocentrismo dei serial killer
Questa iniziativa in principio fu motivo di derisione per il profiler, questo fin quando la stessa FBI non si rese conto che, effettivamente, quelle informazioni potevano aiutare a identificare i criminali che ancora non erano stati presi.
Queste tecniche di raccolta informazioni si rivelarono utilissime per trovare i colpevoli di molti delitti. Insieme al suo collega Mark Olshaler, Douglas, ha pubblicato molti libri in cui viene meticolosamente spiegato il lavoro svolto.
Iniziò a raccogliere il materiale che gli occorreva intervistando numerosi criminali. La natura vanitosa e il desiderio di attenzione di questi criminali già catturati si rivelerò essenziale per il lavoro di Douglas, pochi furono gli assassini restii a parlare con lui e a spiegargli quello che accadeva dentro di loro, e il profiler non ne ne parlò mai.
Queste interviste venivano fatte durante i suoi viaggi di formazione per istruire gli agenti di polizia; quando termina il suo lavoro, Douglas, si recava in diversi carceri e pian piano, con il suo compagno, parlò con alcuni fra i più pericoli assassini mai esistiti: Berkowiz, Bundy, Manson, Kemper, Norris e Wayne Gacy sono solo alcuni dei nomi più terrificanti che Douglas ha avuto la possibilità di pronunciare ai diretti interessati.
Quando uscirà Mindhunter 3?
Tra la pandemia, causa dello stop delle riprese, e i nuovi progetti intrapresi dallo stesso regista, non sembrano esserci notizie ufficiali riguardo l’uscita di un terzo capitolo. Ma andando ad analizzare gli anni di uscita delle prime due stagioni, scopriamo che tra la realizzazione di una e l’altra sono passati quasi due anni. Considerando, gli impegni già presi, non è da escludere che Mindhunter 3 possa essere messa in produzione a fine 2025 per uscire su Netflix nel 2026.
Attori e assassini: le incredibili somiglianze
Un punto a favore della serie è sicuramente la scelta di alcuni attori, perché la somiglianza fra i personaggi originali e quelli della serie televisiva è sorprendente.
Cameron Britton ne è un esempio perfetto con il suo personaggio, il serial killer Kemper, noto per l’uccisione di un numero altissimo ragazze di età universitaria.
Anche quella di Damon Herriman è da lodare: interpreta Charles Manson, famosissimo per essere al comando della piccola setta macchiatasi degli omicidi di Cielo Drive in cui persero la vita cinque persone tra cui Sharon Tate, compagna incinta di Roman Polanski.
Insomma, vale la pena aspettare ancora un po’. Nell’attesa magari, un rewatch delle prime due stagioni non guasta mai!

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
Ma le informazioni non sono tutte uguali. Se ti arriva un’informazione e da essa non piangi, non ridi, non respiri, non ti disperi o non gioisci, essa non ti serve a nulla.
Perché l’informazione è la libertà di un popolo. Ed é nelle nostre emozioni che si avverte la vera essenza della libertà.
www.linkedin.com/in/giorgia-tedesco-b781401b6






