Chi è Ghislaine Maxwell, la donna che ha vissuto nell’ombra di Jeffrey Epstein e che oggi potrebbe far tremare ancora la politica americana?

Daniela Devecchi

Il suo nome torna dirompente sulle prime pagine, e stavolta non per una condanna. Ma per una convocazione ufficiale da parte del Congresso degli Stati Uniti: Maxwell dovrà testimoniare — in videoconferenza dal carcere — l’11 agosto 2025.

Che cosa dirà? Farà davvero i nomi di chi frequentava le isole di Epstein? E perché ora, dopo anni di silenzio, sembra disposta a parlare?

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Ghislaine Maxwell: da salotti aristocratici alla cella di Tallahassee

Figlia del magnate Robert Maxwell, Ghislaine nasce a Oxford, cresce tra privilegi e potere. Negli anni ’90 diventa parte del jet set newyorkese e comincia il suo legame – personale e d’affari – con Jeffrey Epstein, il miliardario poi condannato per traffico sessuale.

Secondo le indagini, lei è stata il braccio destro di Epstein, complice nel reclutamento di ragazze minorenni, organizzatrice delle “serate” nelle ville e persino mediatrice con nomi dell’élite globale.

Condannata nel 2022 a 20 anni di carcere per traffico di minori, oggi è detenuta in una struttura federale in Florida. Ma qualcosa è cambiato.

Perché adesso vuole parlare?

Lo sapevi? Per anni Maxwell ha mantenuto una linea: negare tutto, minimizzare, parlare poco. Eppure, nelle ultime settimane, ha fatto sapere — tramite i suoi avvocati — di essere pronta a testimoniare davanti al Congresso.

Il motivo? Potrebbe voler ridurre la pena, oppure approfittare di uno spiraglio politico, ma c’è anche chi sospetta che abbia nuove prove in mano. Secondo fonti americane, Maxwell avrebbe detto: “Non sarò l’unica a pagare”.

E se decidesse davvero di raccontare tutto?

Il Congresso la chiama: cosa succederà l’11 agosto

La commissione della Camera americana l’ha citata formalmente: dovrà testimoniare via video dal carcere il prossimo 11 agosto.
Un evento senza precedenti, seguito da vicino da media e opinione pubblica mondiale.

L’obiettivo? Fare chiarezza su chi — tra politici, miliardari, celebrità — fosse coinvolto nella rete di Epstein. Alcuni documenti giudiziari sono ancora sotto sigillo, ma la pressione cresce.

Tra i promotori dell’iniziativa c’è Tim Burchett, deputato repubblicano, che ha dichiarato: “Meritiamo la verità. I nomi devono venire fuori”.

Il Dipartimento di Giustizia la incontra

Nel frattempo, anche il DOJ (il Ministero della Giustizia americano) si sta muovendo. Un alto funzionario, Todd Blanche, ha già fissato un incontro con Maxwell questa settimana. Si terrà direttamente in carcere.

Fonti vicine al dipartimento parlano di possibile patteggiamento: se Maxwell fornisse informazioni utili e verificabili, potrebbe ottenere una riduzione della pena. Ma c’è un problema: la sua credibilità.

Nelle carte processuali viene definita “una manipolatrice nata” e molte delle sue affermazioni passate si sono rivelate infondate. Ma ora la posta in gioco è altissima, e il Congresso vuole ascoltarla comunque.

E la “client list”? C’è o non c’è?

È la domanda che tutti si fanno: esiste davvero una lista di clienti, ospiti e complici di Epstein?

La risposta ufficiale è: non c’è una lista univoca, ma esistono documenti giudiziari, registri di volo, email, appunti. Alcuni nomi sono già usciti, altri restano nell’ombra.

Secondo alcuni giornalisti americani, Maxwell potrebbe essere l’unica a conoscere l’intero quadro. E forse ora, in cambio di qualcosa, sarebbe pronta a raccontarlo.

Il clima politico si scalda

Negli Stati Uniti, l’effetto Maxwell si fa già sentire. Il Congresso ha sospeso le attività fino a settembre: un segnale che il caso Epstein-Maxwell è tornato al centro del dibattito nazionale.
E non è solo una questione giudiziaria: molti temono che vengano fuori legami scomodi, persino con figure ancora attive nella politica e nella finanza.