Chi è Elena Rybakina, la famosa tennista? Fidanzato, stile, età, carriera, Instagram

Giorgia Tedesco

Elena è una ventiquattrenne professionista nel mondo dei tennisti. Abbandona la squadra russa e sceglie di gareggiare per il Kazakistan, si differenzia per la potenza e l’aggressività nel gioco, peculiarità che le hanno permesso di emergere anche nel panorama dei professionisti. Vince tre anni fa Wimbledon, portando il Kazakistan alla prima vittoria del Grande Slam.

La Ryba: biografia dei successi di Elena

La Rybakina nasce in Russia sotto il segno dei gemelli, nazione natia che abbandona sul campo di gioco per rappresentare il Kazakistan. Dalla vittoria del suo primo WTA fino al 2024 è stata allieva dell’ex tennista croato Stefano Vukov.

Due anni prima della vittoria del WTA partecipa alle semifinali juniores nei Grand Salm di Australian Open, l’anno dopo sconfigge la svizzera Bacsinszky e la francese Garcia, fra le migliori al mondo, accedendo al tabellone principale durante un torneo a San Pietroburgo.

La carriera di Elena è costellata da molti riconoscimenti e parecchie vittorie nonostante la sua giovane età: molti titoli WTA, disputa una finale alla Major Australiana, vince a Roma ed entra a far parte della top five delle migliori tenniste al mondo, guadagnandosi la nomea di essere la migliore tennista kazaka della storia del tennis maschile e femminile.

Elena ha spiegato più volte la scelta di lasciare la sua squadra russa: nonostante il desiderio della famiglia fosse che proseguisse gli studi, la tennista, consapevole delle poche possibilità economiche familiari ha deciso di credere nel proprio talento sudandosi l’arrivo nel mondo dei professionisti; all’epoca fu proprio il Kazakistan a credere subito in lei, facendole un’offerta troppo golosa perché rifiutasse.

Proprio in queste settimane si stanno giocando gli WTA a Montreal, e proprio ieri sera, Elena è stata sconfitta da Victoria, che ora sfiderà Osaka in finale. La sfida è durata quasi tre ore e il pubblico per tutto il tempo è stato di grande appoggio alla diciottenne canadese. Elena ha spiegato di essere rimasta molto soddisfatta sia della sua partita che di come ha gestito la pressione, non è stato semplice giocare con tutti gli spalti che le davano contro.

Il crollo emotivo di Elena: il caso Vukov

A settembre dello scorso anno era passato un mese da quando Elena si era separata dal suo coach, Stefano Vukov. E nessuno sembrava capirne i motivi. I risultati ottenuti da entrambi sono stati a dir poco stupefacenti, quindi, la tesi avanzata sulla possibilità che Vukov fosse impegnato in altri allenamenti non ha retto; oltretutto il suo nome è stato improvvisamente cancellato dalla lista degli allenatori WTA. Diventa chiaro a quel punto che c’ qualcosa sotto, ma facciamo un passo indietro.

Durante alcuni allenamenti a Miami, un coach locale nota comportamenti inopportuni da parte di Stefano: troppo aggressivo; il coach non se la sente di stare in disparte e denuncia l’accaduto all’amministratore delegato della WTA. Il rapporto tossico fra i due raggiunge i massimi storici durante gli Australian Open 2023, quando Vukov insulta la Riba dal bordo campo: gli insulti sono pesantissimi, denigratori. Le lancia anche le palline addosso per gli errori che commette. Il tutto è così surreale che neppure le commentatrici riescono a trattenersi e ai microfoni ripetono quanto sia negativa la presenza di quell’uomo per la povera Elena.

Gli abusi dentro il campo: un problema diffuso

Esattamente come accaduto nel mondo della ginnastica ritmica, il caso di Elena lancia un allarme forte nel mondo del tennis.

Improvvisamente sembra spiegarsi tutto: gli occhi tristi di Elena, i continui infortuni e l’insonnia devastante. Anche sua madre interviene chiedendo a Stefano di non far più piangere la sua bambina. Lo staff di Rybakina conferma gli abusi fisici e psicologici dell’allenatore: la tempestava di messaggi e chiamate, si presentava nell’albergo facendo il pazzo e implorando perdono. Tutti fattori che fanno pensare che forse, fra i due, ci sia stato un rapporto un po’ più intimo rispetto a quello semplicemente lavorativo. Poi, improvvisamente, quando la storia comincia a diventare troppo calda, se ne parla troppo, la loro collaborazione termina. Il nuovo allenatore di Elena diventerà Goran.

Tutto questo fino a quest’anno: a gennaio Elena ha annunciato il ritorno di Stefano nel team, questo sotto lo sconcerto e l’apprensione generale. Ma ci ha ben pensato la WTA annunciando due giorni dopo di bloccare per dodici mesi e in maniera preventiva la carriera di Vukov, che continua a ripetere di non aver mai maltrattato nessuno. Alla fine anche Ivanisevic abbandona la squadra di Elena, augurandole il meglio per il suo futuro. Ci sarà rimasto male per le scelte fatte alle sue spalle? La WTA conferma la decisione e Vukov dovrà anche seguire un percorso di formazione.

Il nuovo codice morale della WTA: nessuno sconto

Quanto accaduto a Elena non è l’eccezione, ma sembra quasi una regola nel mondo di questo sport. Sono tantissime le tenniste abusate dai propri allenatori e che vivono una sorta di Sindrome di Stoccolma, come se già non fossero sufficienti le denunce delle varie tenniste perseguitate da stalker. Elena, a detta di molti, sembra sempre più isolata e nel suo mondo: quasi solo in attesa del ritorno del suo allenatore. Bisogna aggiungere anche che ci sono state tantissime altre tenniste a lamentarsi dell’allenatore Vukov.

Noi non possiamo fare altro che augurare a questa campionessa di riprendersi e comprendere ciò che può farle bene e ciò che le fa del male, sperando che lei e tutte le altre atlete possano, grazie al nuovo codice di condotta istituito dalla WTA lavorare serenamente nell’ambito dello sport professionistico. Difatti l’associazione femminile di tennis ha istituito il ruolo di direttore per la salvaguardia delle tenniste. La prima ad occuparsi di questo è stata l’avvocatessa Brandon, spiegando che il nuovo codice si applicherà a tutte le persone accreditate alla WTA per proteggerle da abusi fisici ed emotivi, sia fra coach e atleta che fra i colleghi sul campo. Si spera che queste nuove disposizioni verranno seguite anche dai gruppi di tennis minori.