Non è facile definire Darkwing in una frase sola. È una saga, certo. È un progetto letterario, senza dubbio. Ma è anche qualcosa che somiglia sempre di più a un universo narrativo, in continua espansione, dove romanzo e interattività si intrecciano. Un mondo fantasy dai tratti epici, ma che strizza l’occhio al fumetto e al linguaggio seriale contemporaneo. Un po’ come se Tolkien avesse incontrato l’MCU, ma con una direzione tutta sua.
Darkwing nasce nel 2012 con una serie di romanzi fantasy, incentrati sulla figura di Peter Klein, un terrestre scaraventato nel misterioso e pericoloso mondo di Corown. È lì che si muove una narrazione a metà tra il classico isekai e il romanzo di formazione, ma con una struttura narrativa più ampia, che va ben oltre il singolo protagonista.
Romanzi e librogame: due filoni, un solo universo
Dal 2018, Darkwing si è arricchito di un secondo filone narrativo: quello dei librogame, che ha subito conquistato una fetta di pubblico diversa ma altrettanto affezionata. La novità? Non si tratta di un semplice spin-off. La serie di librogame si muove all’interno dello stesso mondo narrativo, ma con una prospettiva diversa, quella del monaco guerriero Wyvern, incaricato – proprio nel primo volume, La Caccia – di catturare Peter Klein. Sì, lo stesso Peter dei romanzi, che qui assume però il ruolo di antagonista.
Una scelta narrativa audace, che ha permesso ai lettori di vedere gli eventi da più punti di vista e di esplorare la trama da angolazioni complementari ma autonome. Non serve leggere i romanzi per capire i librogame e viceversa, ma chi lo fa coglie sfumature, intrecci, riferimenti che arricchiscono l’esperienza. Il risultato è un ecosistema narrativo che cresce su più livelli, come succede solo nei progetti crossmediali più curati.
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Un mondo che si espande: in arrivo gli spin-off sui Solar
Il viaggio di Darkwing non si ferma qui. È già in lavorazione una terza serie, sempre in forma di spin-off, incentrata sui monaci guerrieri Solar. Una scelta che amplia ulteriormente l’universo di riferimento, permettendo di esplorare nuove linee narrative, nuovi personaggi, nuovi aspetti del mondo di Corown. Il tutto mantenendo un’unità di fondo che continua a sorprendere per coerenza e ambizione.
Darkwing non è una saga chiusa, né un universo finito. È un mondo vivo, che si lascia esplorare ma anche plasmare attraverso la scelta del lettore-giocatore. Il tono epico e a tratti oscuro, il richiamo a temi classici del fantasy – come il destino, la lotta tra forze opposte, il viaggio interiore – si fondono con una struttura che invita alla rilettura, al rimescolamento dei ruoli, alla partecipazione**.
Tra illustrazione e visione autoriale
A rendere ancora più riconoscibile l’identità visiva di Darkwing, c’è il lavoro di diversi artisti. Andrea Piparo, Sara Forlenza, Rita Micozzi (che firma anche tutti gli interni del terzo librogioco) sono solo alcuni dei nomi coinvolti nel dare un volto ai personaggi e all’atmosfera della serie.
Ogni copertina, ogni disegno, contribuisce a costruire quell’insieme di suggestioni che rendono Darkwing immediatamente riconoscibile: un fantasy italiano che ha trovato una propria voce visiva e narrativa**, senza scimmiottare modelli anglosassoni ma nemmeno rinchiudersi in una nicchia autoreferenziale.
E se finora era solo un nome, World of Darkwing, oggi si può dire che quel mondo esiste davvero. E ha appena iniziato a raccontarsi.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






