Autonomia energetica, la nuova arma delle imprese contro rincari e instabilità

Serena Comito

Autonomia energetica, la nuova arma delle imprese contro rincari e instabilità

C’è chi parla ancora di “emergenza”, ma per molte aziende italiane il problema è diventato strutturale: l’energia costa troppo, e ogni mese c’è un’incognita in più. Così, mentre le tensioni geopolitiche continuano a far tremare i mercati, le imprese – soprattutto quelle più energivore – hanno smesso di aspettare. Hanno cominciato a correre.

Lo sapevi che risparmiare un solo megawattora (MWh) oggi significa tenersi in tasca circa 100 euro? E su un consumo annuale di 1.000 MWh, parliamo di 10.000 euro l’anno. Numeri che fanno riflettere, soprattutto se il tuo margine di guadagno si gioca sul filo del centesimo.

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La tempesta energetica è tutt’altro che finita

Negli ultimi mesi lo scenario globale non ha certo aiutato: si torna a parlare di escalation tra Iran e Occidente, e il rischio che lo Stretto di Hormuz venga bloccato non è più solo una teoria da analisti. Parliamo di un punto di passaggio strategico da cui passa quasi un quarto del petrolio mondiale.

E se oggi il prezzo del greggio resta ancora sotto i 100 dollari a barile, basta poco per farlo schizzare a 120 o 130. Con conseguenze immediate sul costo del carburante… e a cascata sulle bollette del gas e dell’elettricità. Un incubo, soprattutto per chi produce in Italia e deve già fare i conti con costi energetici più alti rispetto a Francia, Germania e Spagna.

Le aziende si stanno già muovendo

“Riceviamo sempre più richieste da imprese preoccupate per il futuro – racconta Fabio Zambelli, direttore del Consorzio Esperienza Energia – soprattutto nei settori considerati ‘a rischio delocalizzazione’, dove l’incidenza dei costi energetici è altissima.”

Non si tratta più solo di rispettare le normative: qui si parla di sopravvivenza sul mercato. Per questo motivo, tante imprese stanno investendo in impianti di autoproduzione (spesso da fonti rinnovabili) e in interventi mirati per tagliare gli sprechi.

“Con un intervento di efficientamento ben fatto – continua Zambelli – si può arrivare a risparmiare in media il 5%. Ovviamente molto dipende dai processi interni, dal tipo di attività e dal budget disponibile.”

Le PMI rischiano il sorpasso

Ma c’è un dato che preoccupa ancora di più: le PMI italiane, già sotto pressione per il costo del lavoro e delle materie prime, rischiano di perdere terreno anche sul fronte energetico. Le imprese estere hanno accesso a tariffe più basse, agevolazioni statali e, spesso, filiere più snelle.

Il divario si allarga. E se i prezzi continuano a salire, mantenere la competitività diventa un’impresa vera e propria.

Cosa si può fare, concretamente?

Non esiste la bacchetta magica, ma qualche mossa intelligente sì.

“La prima cosa è mettere un freno alla volatilità – spiega Zambelli –. In questo momento, chi non ha già adottato strategie di copertura del rischio si trova in difficoltà. Ma non è tutto perduto: suggeriamo contratti a prezzo fisso a breve termine, per mettere in sicurezza almeno i prossimi mesi.”

In altre parole, meglio bloccare i costi oggi piuttosto che inseguire tariffe ogni settimana più alte. Anche perché, lo sappiamo, l’energia non è solo una voce di spesa: è la base su cui si regge l’intero sistema produttivo.

Chi c’è dietro il Consorzio Esperienza Energia

Il CEE – Consorzio Esperienza Energia è attivo dal 1999 e supporta le imprese italiane nella gestione energetica a 360 gradi. Analisi, strategia, burocrazia: un servizio completo per aziende che vogliono davvero riprendere il controllo dei propri consumi.

Il consorzio lavora a stretto contatto con le imprese, monitora i mercati in tempo reale e aiuta a scegliere i fornitori più convenienti, sia per l’elettricità che per il gas naturale. Ma soprattutto, fornisce consigli concreti su come ottimizzare i consumi, risparmiare e restare competitivi.

Perché oggi, più che mai, ogni kilowattora risparmiato è una boccata d’ossigeno per il bilancio.