Frutti del Castello 2025: perché vale il viaggio fino al Castello di Paderna

Daniela Devecchi

Frutti del Castello 2025: perché vale il viaggio fino al Castello di Paderna

Il Castello di Paderna, con le sue corti di mattoni e il fossato che abbraccia l’edificio, si prepara a ospitare ancora una volta profumi di mele, pere e frutti dimenticati. L’11 e il 12 ottobre torna Frutti del Castello, la rassegna che da trent’anni riunisce vivaisti, agricoltori, artigiani e appassionati di giardini.

Non è una semplice mostra-mercato: è un incontro con la biodiversità che parla di memoria e futuro insieme. Nell’ultima edizione autunnale gli espositori erano circa 150, a testimonianza di una vitalità rara nel panorama italiano.

Un luogo che racconta se stesso

Siamo a Paderna, frazione di Pontenure, nel cuore della campagna piacentina. Qui il castello, vissuto e curato come casa di famiglia dal Quattrocento, diventa cornice e teatro per un evento che mette al centro frutti antichi, piante, prodotti agricoli e artigianato. Non è affascinante che proprio un luogo così antico diventi spazio per discutere del domani?

Trent’anni e uno sguardo in avanti

Il tema del trentennale è eloquente: “Trent’anni… e il futuro è già qui”. Il programma si apre con un’anteprima culturale al Museo di Palazzo Farnese e prosegue tra i cortili del castello con incontri, laboratori e degustazioni. Si parlerà di clima con giochi e attività per i ragazzi, di vitigni resistenti alle malattie come la ‘Lisöra’, di design legato ai funghi luminescenti, di frutti antichi e di specie esotiche coltivate in Italia. Ci sarà spazio anche per la filosofia del giardino, per la città sostenibile del futuro e per momenti conviviali come i brindisi beneaugurali.

I bambini saranno protagonisti con laboratori che insegnano a costruire rifugi per farfalle e piccoli banchetti per uccellini, mentre i più grandi potranno mettere le mani in pasta tra talee e coltivazioni aromatiche. È questo equilibrio fra rigore scientifico e semplicità quotidiana che rende la manifestazione unica.

Orari e praticità

Le giornate di apertura sono sabato 11 e domenica 12 ottobre, con orari 9 del mattino fino alle 18.30. L’ingresso intero costa 10 euro, quello ridotto 8, mentre ragazzi fino ai 14 anni e i disabili non autosufficienti non è previsto pagamento. Anche gli amici a quattro zampe sono ben accetti, a conferma del carattere inclusivo della manifestazione.

Il perché di una visita

C’è qualcosa di raro nel camminare tra i banchi di Frutti del Castello. Si assaggia una mela che non si era mai vista, si scopre una zucca dalle forme insolite, si ascolta un ricercatore raccontare la resilienza di una vite montanara. Ci si accorge che il gusto non è solo piacere ma anche cultura agricola, che la bellezza può diventare un atto civile. E se un sacchetto di pere o un mazzo di aromatiche finiscono in borsa, resta soprattutto l’idea di aver fatto un piccolo viaggio nella memoria che sa di futuro.

Un compleanno speciale

Per festeggiare i trent’anni, la rassegna allestisce trenta “isole” tematiche dedicate ad altrettanti frutti e prodotti: mele, pere, zucche, uve, mais, orchidee, castagne, frutti esotici e proposte green.

È un gioco serio, un modo per guardare da vicino il patrimonio vegetale che ci circonda e che spesso diamo per scontato.

Dialogo con il territorio

Frutti del Castello nasce a Piacenza ma respira tutta la pianura padana. Qui le storie di biodiversità si intrecciano con quelle di altre realtà che lavorano per custodire la memoria gastronomica.

È lo stesso vocabolario che ritroviamo a Paderna, fatto di conoscenza, ospitalità e cultura intrecciate.

Un consiglio per il viaggio

Chi deciderà di partecipare farà bene a consultare il programma in anticipo e a scegliere i laboratori preferiti: i posti si esauriscono facilmente.

E poi conviene arrivare presto, quando l’aria è ancora fresca e i cortili si riempiono lentamente di voci. L’atmosfera che si respira nelle prime ore della giornata ha un sapore tutto suo, quello delle cose che stanno per accadere.