La chiamano in mille modi. Regina del punk. Sacerdotessa del rock. Eppure, se glielo chiedi, probabilmente scrolla le spalle, sorride un po’ di lato, e risponde: “Io scrivo, canto, sono solo una persona in cammino”.
Questa è Patti Smith. E la sua storia inizia molto prima che il mondo si accorgesse di lei.
Da Chicago al New Jersey: un’infanzia che sa di polvere e sogni
Patti nasce a Chicago, inverno del ‘46, in una casa piena di voci, di fratelli e di promesse mai mantenute. La madre aveva fatto jazz, poi cameriera. Il padre lavorava con le mani. Cambiano città, cambiano aria, ma in quella ragazzina c’è già il fuoco. Una scuola nel New Jersey, la testa sempre altrove. Patti si diploma e poi molla il college. Non le basta ascoltare il mondo: vuole entrarci dentro.
New York, poesia, Mapplethorpe e la rabbia
Quando atterra a New York, è fame d’arte, poesia e musica che si respira nei vicoli. Quasi senza soldi, con i capelli sempre scompigliati, incontra Robert Mapplethorpe. Non è la solita storia d’amore: è una specie di alleanza, fatta di notti in una stanza minuscola, fotografie e versi scritti sui tovaglioli dei bar.
Patti si mette a leggere poesie nei locali, poi suona, urla, provoca. Nasce così, per caso, il gruppo che porta il suo nome. Lenny Kaye alla chitarra, musicisti che si aggiungono e se ne vanno, la scena punk che si prepara all’esplosione.
Horses, la rivoluzione, le notti che non finiscono
Il primo disco, Horses, esce nel ‘75. Nessuno, davvero nessuno, era pronto. Una copertina in bianco e nero che sembra una foto rubata, canzoni che mescolano rabbia e poesia. Patti non cerca il successo, lo travolge.
Le sue performance sono ruvide, sincere. Because the Night – scritta insieme a Bruce Springsteen quasi per gioco – la trasforma in una voce che arriva ovunque. Ma lei resta allergica alle etichette.
Non solo musica: libri, arte, scelte difficili
Tra una tournée e l’altra, Patti pubblica libri di poesia. Si mette dietro l’obiettivo. Espone quadri, si ritira per lunghi periodi. La fama non le interessa quanto la libertà di muoversi. E la sua vita privata, quella vera, è fatta di grandi amori e di perdite che non guariscono mai del tutto.
Mapplethorpe resterà sempre il suo punto di riferimento. Ma il marito, Fred “Sonic” Smith, la porta in un altro mondo. Due figli – Jackson e Jesse Paris – una quotidianità più silenziosa, fino a quando la morte improvvisa di Fred la ributta nel dolore. Non era pronta. Nessuno lo è mai.
Una donna che non smette mai di tornare
Patti Smith si allontana dal palco, poi ci torna. Ogni volta diversa. Ogni volta, però, con la stessa fame di parole. Scrive Just Kids, il memoir che racconta la sua giovinezza a New York e il legame indissolubile con Mapplethorpe. Gira il mondo, incanta chi la ascolta. E se c’è una cosa che non sopporta, è chi prova a ingabbiarla.
I premi? Certo, ne ha vinti tantissimi. Rock & Roll Hall of Fame, album celebrati ovunque. Ma se glielo ricordi, lei svicola: “Io sono solo una che continua a provarci”.
Citazioni che raccontano la sua anima
Le sue frasi, spesso, sembrano piccoli pezzi di romanzo.
- “Il punk? Per me è la libertà di essere quello che sei, anche quando non va di moda.”
- “Nell’arte ci vuole coraggio. Nella vita serve equilibrio, e un po’ di fortuna.”
- “Desiderare qualcosa con tutto il cuore può fare male, ma non bisogna mai smettere.”
- “Fin da piccola sentivo di avere qualcosa di diverso dentro di me.”
Curiosità e ultimi progetti
- Ha dato in adozione una figlia nel ‘67, scelta di cui ha parlato tardi.
- Vive tra Detroit e New York, ma l’Italia la affascina da sempre. In tour la si vede spesso tra Roma e Milano.
- Nel 2025 arriva un nuovo libro, Bread of Angels, dove Patti racconta la vita dopo la morte del marito. E non sembra affatto stanca: tra concerti, reading e fotografie, il tempo per lei scorre diverso.
- Ancora oggi si sveglia presto, beve caffè nero e scrive versi su vecchi quaderni.
Domande frequenti su Patti Smith
Quanti anni ha oggi Patti Smith?
Settantotto, portati con una leggerezza che sorprende.
Il suo pezzo più celebre?
“Because the Night”, la canzone che la fa ballare ovunque.
Ha figli?
Sì, Jackson e Jesse Paris, più una figlia che ha dato in adozione.
Cosa resta di lei nel rock di oggi?
La capacità di essere veri. Senza filtri, senza pettinature studiate. E di saper cambiare pelle ogni volta che serve.
Cos’è per lei l’arte?
Un modo per non impazzire. E per non sentirsi mai del tutto soli.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






