La leggerezza che arriva dall’alto: la storia di Lauretana

Daniela Devecchi

Updated on:

La leggerezza che arriva dall’alto: la storia di Lauretana

Non tutte le acque sono uguali. Alcune passano inosservate, altre invece si fanno riconoscere fin dal primo sorso. Lauretana appartiene decisamente alla seconda categoria. Arriva dalle Alpi Biellesi, nasce in alta quota – a più di mille metri – e si porta dietro qualcosa che non si spiega solo con le analisi chimiche.

È leggera, lo dicono i numeri. Ha un residuo fisso di appena 14 mg/l, il più basso d’Europa. Ma la verità è che la leggerezza non sta solo lì. Si sente anche in bocca, quando scivola via senza lasciare tracce. Si percepisce nel corpo, che non si affatica a digerirla. E, in fondo, si intuisce anche guardando quella bottiglia elegante, diversa dalle altre.

Una sorgente vera, senza sovrastrutture

La sua storia parte da Graglia, in provincia di Biella. Zona silenziosa, lontana dai grandi centri industriali. Qui l’acqua filtra naturalmente tra rocce granitiche, seguendo un percorso da un antico letto sotterraneo che la mantiene pura e limpida. Nessuna correzione, nessuna manipolazione. Proprio come deve essere.

A proteggere la sorgente c’è la montagna, quella vera. Quella che non si lascia addomesticare. È da lì che scende Lauretana, raccolta direttamente vicino al punto di affioramento, così com’è. Un privilegio raro, che l’azienda ha deciso di rispettare fino in fondo.

Leggi anche: Quando esce “Cars 4”? Data ufficiale di uscita, cast, anticipazioni e curiosità

Non solo acqua: anche design e cultura

C’è poi un altro dettaglio, tutt’altro che secondario. Il design. La bottiglia firmata Pininfarina non è un vezzo estetico, ma una dichiarazione di intenti. Curata, elegante, perfetta per i ristoranti stellati ma anche per chi ama portare in tavola bellezza e sobrietà.

È una scelta che racconta molto. Perché curare l’aspetto esteriore di un’acqua così pura significa credere che anche l’occhio meriti rispetto. E che il gusto, spesso, parte proprio da lì.

Il valore di un gesto quotidiano

Lauretana ha scelto di legare il proprio nome a un progetto concreto: quello della Fondazione Umberto Veronesi. Con il packaging rosa sostiene la ricerca scientifica per la prevenzione dei tumori femminili. Non si tratta solo di beneficenza: è un modo per dare senso a ogni bottiglia, a ogni acquisto, trasformando un’abitudine quotidiana in un gesto che ha un suo perché.

Non è marketing. È una visione del mondo. Quella di un’azienda che ha capito quanto sia importante prendersi cura anche degli altri, non solo del prodotto.

Una compagna silenziosa, per tutto il giorno

C’è chi beve Lauretana perché ha un gusto delicato. Chi la sceglie per motivi di benessere. Chi la porta con sé in palestra, o la tiene in ufficio per idratarsi meglio durante la giornata. Poi ci sono quelli che non la cambierebbero con nessun’altra, semplicemente perché “sta bene con tutto”. Come se fosse un vestito su misura.

Il bello è proprio questo: Lauretana si adatta. È presente senza essere invadente. Non altera i sapori, non appesantisce. Ti accompagna, punto. E a volte basta questo per fare la differenza.

Acqua ufficiale dove conta

Quando c’è bisogno di eccellenza, Lauretana c’è. È stata scelta come acqua ufficiale del Giro d’Italia, ha fatto la sua parte anche al Vinitaly. Due eventi diversissimi, ma uniti da una cosa: l’attenzione alla qualità. Portare il proprio nome in contesti del genere significa accettare la sfida. E dimostrare, bicchiere dopo bicchiere, che si è all’altezza.

Alla fine, Lauretana non si racconta con i numeri, anche se i numeri sono impressionanti. Si racconta nel silenzio di un gesto: aprire la bottiglia, versare l’acqua, assaporarla. Niente effetti speciali. Solo una freschezza autentica, che viene da lontano, ma riesce a parlare chiaro.

E se ancora non l’hai provata… forse è il momento.