Cos’è l’area E1, il piano di insediamento di Israele in Cisgiordania | Rischi e importanza

Roberto Rossi

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Israele ha recentemente dato il via al piano per l’area E1, un progetto che vuole costruire migliaia di nuove case tra Gerusalemme e Ma’ale Adumim. La decisione, come vedremo, ha grande importanza perché pone in grande dubbio la sostenibilità di un piano internazionale di nascita e di riconoscimento di uno Stato palestinese. Immediate sono state le reazioni sul piano internazionale, con diversi gruppi che ritengono che una simile mossa possa acuire ulteriormente le tensioni della zona.

Cos’è il piano E1

Andando con ordine, il piano E1 è un piano che prevede la costruzione di 3.500 case e infrastrutture per espandere gli insediamenti già presenti in East 1, tra Gerusalemme est e Ma’ale adumim.

Il piano non è una novità assoluta, ma risale agli anni ‘90, quando fu proposto per la prima volta. Sospeso e congelato in più occasioni, è stato poi rispolverato nel 2020 dall’attuale premier Netanyahu, che ha ribadito la volontà di espandere la presenza in quell’area.

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Quali sono i rischi del piano

L’area E1 occupa una posizione strategica. È infatti uno degli ultimi collegamenti territoriali tra il nord della Cisgiordania, Ramallah, e il sud, Betlemme. Le due città, pur essendo distanti poco più di 20 km, sono in realtà difficilmente raggiungibili: i palestinesi che intendono spostarsi tra di esse devono infatti affrontare numerosi posti di blocco.

Ora, se il piano dovesse realmente concretizzarsi, significherebbe tagliare in due il territorio palestinese, costituendo elemento ostativo per la creazione di un futuro Stato.

Proprio per questo motivo diversi gruppi internazionali stanno cercando di sensibilizzare le autorità e l’opinione pubblica sul questa prospettiva. Si teme infatti che l’allargamento degli insediamenti israeliani in tale zona possa acuire ulteriormente le già alte tensioni, creando un nuovo ostacolo al difficile percorso di pace.