Assassinio a La Spezia: ennesimo caso di femminicidio, il marito aveva il braccialetto elettronico guasto

Giorgia Tedesco

Un uomo quest’oggi è entrato in caserma per consegnarsi alla giustizia: ha ammazzato una donna. Segnalato più volte per violenza e per stalking, indossava il braccialetto elettronico. Ma non funzionava. Chi è Tiziana, l’ennesima donna che oggi perde la vita, per mano di un uomo che non ama più? Raccontiamo la sua storia, un’altra storia, mai l’ultima.

Ennesimo caso di femminicidio: cos’è successo stavolta?

L’agguato avviene questa mattina, intorno alle undici. La Vinci è stata accoltellata dall’ex marito, mentre lavorava. Tiziana l’ha denunciato il suo ex marito, a cinquantaquattro anni si è armata di coraggio e ha chiesto aiuto. Tiziana ottiene un ordine restrittivo: l’uomo non può avvicinarla. E indossa il braccialetto elettronico, peccato non funzionasse da dieci giorni, e nonostante la compagnia telefonica fosse stata informata, nessuno ha provveduto a sostituirlo.

Umberto Efeso, pochi anni più grande della Vinci, ha potuto allora recarsi dall’ex moglie. L’ha cercata al lavoro, e quando l’ha trovata, si è scagliato su di lei con tutta la sua potenza, con tutta la sua rabbia, in tutto il suo orrore. Tiziana lascia sei, sei bambini. Sei figli. Tiziana ha sei figli. Tiziana aveva sei figli.

La denuncia della Vinci e il malfunzionamento del braccialetto

La vittima ha chiesto aiuto al Codice Rosso, quello che doveva aiutarla, tutelarla, ma come tante donne è stata lasciata sola, ancora. Lasciando figli, amici e parenti in questa vita, con il loro dolore a fargli compagnia.

Efeso e Vinci vivono un matrimonio difficile, fatto di violenze, di botte, di minacce. Tiziana non resiste più, denuncia, denuncia tutto. Le misure urgenti previste dal nuovo decreto partono subito e in quarantotto ore Umberto è marchiato: deve starle lontano e se si avvicina, il dispositivo suonerà. Questo accadde a Luglio. L’uomo ha ignorato più volte il braccialetto, venendo fermato. Ma questa volta, non è suonato.

I carabinieri avevano fatto tutto il possibile per far ripristinare il funzionamento dell’apparecchio, ma le loro richieste sono state ignorate. Così, Efeso, ha avuto campo libero. Libero per uccidere la donna, libero per decidere per lei, libero di farla finita.

I soccorsi e i tentativi di salvare la vittima

L’uomo, arrivato alla villa in cui la donna lavorava, è entrato nell’abitazione e ha discusso con lei, ma non abbastanza a lungo. Ha estratto l’arma e, tenendola ferma con una mano, le ha inferto una raffica di colpi sul fianco.

Un collega di Tiziana sente le grida, corre, fa appena in tempo a vederla cadere sul pavimento mentre l’ex marito fugge, veloce, in macchina. Chiama i soccorsi il collega di Tiziana: arriva l’ambulanza, tentano di rianimarla, ogni tentativo non vuole essere l’ultimo, ma alla fine Tiziana non ce la fa più, lotta da tutta la vita, vuole pace. La donna muore, in una pozza di sangue.

Efeso si costituisce: cronache di un vigliacco

Poche ore dopo i carabinieri iniziano le indagini, mentre cercano l’uomo e l’arma del delitto, interrogano anche alcuni testimoni, quando, a un tratto arriva una telefonata. E’ il maresciallo di Ceparana: Efeso si è costituito.
L’interrogatorio inizia, mentre l’ex moglie viene portata all’obitorio, Efeso racconta tutto: come, perché, quando.

Mentre attendiamo che vengano fatti tutti gli accertamenti, che vengano dati i dettagli e soprattutto che venga disposta l’autopsia sul corpo della povera Tiziana, ci giunge un’altra notizia: anche vicino Matera una donna è stata attaccata da un uomo di ottant’anni che ha provato a pugnalarla, ma, fortunatamente, non è riuscito ad ucciderla. Anche questa storia ha però un finale amaro, l’uomo ha tentato di sparare ai carabinieri, ma non avendo successo, si è tolto la vita.