Chi è Giusi Bartolozzi, ex deputata della Repubblica e oggi figura chiave del Ministero della Giustizia? Età, carriera, caso Almasri

Daniela Devecchi

Updated on:

Magistrata siciliana, con una carriera solida e riservata. Poi l’ingresso in Parlamento nel 2018, eletta con Forza Italia, e infine un ruolo chiave nel Ministero della Giustizia. Oggi, Giusi Bartolozzi è al centro di un caso che ha scosso le istituzioni: il rimpatrio lampo del generale libico Almasri.

Una carriera tra magistratura e politica

Classe 1969, originaria di Gela, Giusi Bartolozzi si laurea alla Luiss e indossa presto la toga. Lavora come magistrato a Gela, poi a Palermo e infine alla Corte d’Appello di Roma. È lì che si costruisce una reputazione di rigore e precisione.

Nel 2018 entra alla Camera dei Deputati. Il suo stile? Sobrio, determinato, mai troppo esposto. Ma non sempre allineato: a un certo punto lascia Forza Italia, dichiarandosi indipendente. Dopo la fine della legislatura, la politica parlamentare si chiude, ma non la sua influenza. Anzi.

Diventa il braccio operativo di Carlo Nordio al Ministero della Giustizia. Chi lavora a via Arenula la descrive come una figura fortissima, capace di tenere le fila di tutto l’apparato. Alcuni la chiamano “la zarina”, e c’è chi sostiene che nulla si muova senza il suo via libera.

Leggi anche: Chi è Almasri, generale libico accusato di gravi crimini contro l’umanità? Origini, arresto, scandalo, la posizione della della comunità internazionale

Il caso Almasri e la miccia giudiziaria

Ma la posizione di potere ha un prezzo. E ora il nome di Giusi Bartolozzi è finito al centro della bufera per il cosiddetto “caso Almasri”. A gennaio, un generale libico arrestato in Italia è stato rispedito in patria nel giro di 24 ore. Un caso delicatissimo, che ha suscitato domande pesanti sulla legalità della procedura.

I giudici vogliono vederci chiaro. Hanno sollevato sospetti su alcune versioni fornite da Bartolozzi, in particolare su una bozza tecnica che – a detta sua – non sarebbe stata mostrata al ministro Nordio. Ma per i magistrati la storia non regge. Lei avrebbe riferito di confrontarsi continuamente con il Guardasigilli, quindi risulta difficile pensare che un documento del genere le sia semplicemente sfuggito.

Non è coperta da alcuna immunità, quindi potrebbe finire direttamente sotto inchiesta. Intanto, altri coinvolti attendono l’autorizzazione del Parlamento per procedere.

Calma apparente e difese politiche

Bartolozzi, finora, ha mantenuto un atteggiamento calmo. Chi la incontra nei corridoi del ministero la descrive come serena, concentrata sul lavoro. Niente dichiarazioni pubbliche, nessuna fuga in avanti. Solo lavoro, silenzio e fiducia nelle procedure.

Nel frattempo, nel mondo politico c’è chi la difende apertamente. Alcuni evocano persino il segreto di Stato per proteggere le figure coinvolte nella vicenda. Ma tra le righe, si legge anche altro: Bartolozzi potrebbe diventare il capro espiatorio perfetto. È l’unica senza scudo parlamentare, e questo la espone più di tutti.

Una figura scomoda?

C’è chi dice che dietro il clamore ci sia anche una componente di fastidio istituzionale. Una donna con potere vero, in un ministero dove da anni si muovono logiche antiche. Una donna che prende decisioni, detta tempi, gestisce uomini e crisi. Una donna che, oggi, rischia di pagare da sola l’intero conto di un’operazione che puzza di diplomazia forzata.

Non è curioso come, in certi casi, l’intera responsabilità cada sempre su chi non può contare su una poltrona parlamentare? O su chi – semplicemente – ha osato avere troppo potere senza mai andare in tv?