Paola Ruffini? E’ in tutto e per tutto una madre. Non per sangue, ma per scelta. La donna ha accolto e cresciuto Artiom Naliato, il ragazzo partito per combattere in Ucraina e mai più tornato. Ma che sappiamo oggi di lei e del suo passato?
Una vita “per gli altri”
Paola vive in un piccolo paese della provincia di Padova, una vita tranquilla, fatta di gesti semplici e quotidiani. È lì che, insieme al marito, ha accolto Artiom tre anni fa. Parliamo di un ragazzo giovane, ucraino, arrivato in Italia con un passato pesante e un futuro da costruire.
Da subito, Paola ha scelto di esserci e non con le parole, ma con la presenza. Ha cucinato per lui, l’ha ascoltato, l’ha accompagnato nel suo percorso.
Non si è mai chiamata “mamma” a voce alta, ma Artiom lo sapeva: in lei aveva trovato casa.
La scelta di partire
A un certo punto, Artiom ha sentito che doveva tornare in Ucraina, non per fuggire, ma per combattere. Aveva 21 anni e un’idea precisa in testa: aiutare il suo popolo.
Paola ha cercato di proteggerlo, certo, chi non lo farebbe? Ma alla fine ha capito. Ha visto negli occhi di quel ragazzo una decisione incrollabile e l’ha rispettata.
Prima di partire, Artiom le ha lasciato una frase che ancora oggi le rimbomba dentro:
“Se dovessi morire, morirei da eroe.”
Il dolore più grande
Poi, un giorno, il silenzio, nessun messaggio ne risposta fino alla tragica notizia.
Artiom è morto sotto un bombardamento, durante un addestramento. Per Paola è stato come perdere un figlio. Perché era suo figlio e lo è ancora, in ogni cosa che ha lasciato.
Nella sua stanza, nella sua voce registrata per il compleanno, nei pensieri che affiorano mentre fa il caffè la mattina.
L’amore che resta
Ad oggi le informazioni che abbiamo di Paola Ruffini, sono incomplete. La “madre adottiva” infatti non ha cercato attenzione, non ha voluto interviste.
Ma il suo gesto – accogliere, amare, lasciar andare – vale più di mille parole.
Ha amato Artiom in silenzio. E ora lo piange con la stessa delicatezza. Ma con fierezza.
Perché sa che, anche se è finita troppo presto, quella vita ha avuto senso. E lei ne è stata parte fondamentale.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






