Pisa si è svegliata martedì 22 luglio con una notizia che ha lasciato senza fiato un intero quartiere. Una donna uccisa nella sua abitazione. Il compagno che si toglie la vita subito dopo, con la stessa pistola d’ordinanza. Nessun biglietto. Nessun segnale chiaro. Solo una telefonata al 112: «L’ho uccisa».
Il suo nome era Alessandro Gazzoli, 50 anni. La donna, Samantha Del Gratta, ne avrebbe compiuti 45 il giorno dopo. Vivevano insieme, avevano due figli. E ora, quei figli sono rimasti soli.
Chi era Alessandro Gazzoli? E cosa può spingere un uomo, apparentemente senza ombre, a un gesto così estremo?
EtĂ , lavoro e una vita apparentemente normale
Alessandro Gazzoli era nato a Massa ma da anni viveva a Pisa, nel quartiere Sant’Ermete. Una zona popolare, silenziosa, dove tutti si conoscono almeno di vista. Lì aveva messo radici con Samantha. Lì è finita la loro storia, in modo tragico.
Faceva la guardia giurata, un mestiere che conosceva da oltre vent’anni. Era conosciuto per il suo carattere riservato, sempre gentile ma poco incline alla confidenza. In passato aveva prestato servizio presso la sede del CNR, poi era passato a ruoli di sorveglianza presso la Procura e gli uffici giudiziari della città .
Negli ultimi tempi, secondo alcune fonti, stava attraversando un periodo complicato. C’è chi parla di ferie forzate, chi di un clima teso sul lavoro. Ma nulla che potesse far pensare a una deriva violenta.
L’omicidio-suicidio di via Agostini: cosa è successo
Erano circa le 14:00 del 22 luglio quando i vicini di casa hanno sentito due colpi ravvicinati. Uno, due. Un rumore secco, in pieno giorno. Qualcuno ha pensato a dei fuochi d’artificio. Altri si sono affacciati di corsa.
Pochi minuti dopo, la chiamata shock al numero di emergenza: Gazzoli, con voce tremante, ha detto semplicemente di aver ucciso la compagna. Poi ha chiuso. Quando i soccorsi sono arrivati, Samantha era riversa a terra, colpita alla testa. E poco distante, il corpo di Alessandro, giĂ privo di vita.
Usata una pistola d’ordinanza, regolarmente detenuta. Un’arma che l’uomo conosceva bene.
Nessuna denuncia, nessun segnale evidente
Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, non c’erano denunce precedenti per maltrattamenti o violenza domestica. Nessuna segnalazione ai servizi sociali, nessun intervento da parte della polizia. La casa era ordinata, nessun segno di colluttazione. Solo silenzio.
Questo rende tutto ancora più inquietante. Nessuno, né amici né vicini, racconta di liti frequenti. Eppure qualcosa covava sotto la superficie.
La procura indaga per ricostruire le ultime ore della coppia, mentre si attendono gli esiti delle autopsie e le testimonianze dei figli.
I figli e il vuoto che resta
Due ragazzi. Uno poco più che maggiorenne, l’altro ancora minorenne. Al momento della tragedia non erano in casa. Sono arrivati subito dopo. Li ha accolti la polizia, con parole che nessun figlio dovrebbe mai sentire.
Ora saranno affidati ai parenti. Ma resta una ferita aperta, difficile da rimarginare. Come si può spiegare una tragedia così? Cosa può portare un padre a uccidere la madre dei suoi figli?
Sono domande senza risposta. E forse, non ne esiste una sola.
Il quartiere sotto shock e il mistero delle “ferie forzate”
Sant’Ermete, da quel pomeriggio, è un quartiere silenzioso. Le tende abbassate. Le voci basse. Qualcuno ricorda Samantha che passava in bici, sempre gentile. Altri dicono che Alessandro era “un tipo tranquillo”, uno che salutava sempre.
Ma nelle ultime settimane, raccontano i colleghi, qualcosa era cambiato. Gazzoli non era più in servizio, pare per motivi legati al lavoro. Forse un contrasto, forse una decisione presa dai superiori. Si era parlato di un allontanamento temporaneo, di una “pausa”. Nessuno sa se questo possa aver inciso su quanto accaduto.
Domande ancora aperte
La procura sta analizzando ogni elemento utile: l’arma, i telefoni, i messaggi. Si cerca un biglietto, una spiegazione, qualcosa che possa fare luce su ciò che è successo in quell’appartamento di via Agostini.
Ma intanto resta una certezza: un’altra vittima di femminicidio, e una comunità intera che si interroga su come sia potuto accadere, ancora una volta, sotto gli occhi di tutti — e di nessuno.
Domande frequenti su Alessandro Gazzoli e Samantha Del Gratta
Chi era Alessandro Gazzoli?
Una guardia giurata di 50 anni residente a Pisa, nel quartiere Sant’Ermete.
Chi era Samantha Del Gratta?
Una donna di 44 anni, impiegata. Avrebbe compiuto 45 anni il giorno dopo la tragedia.
Avevano figli?
Sì, due figli adolescenti, entrambi non presenti al momento dell’omicidio-suicidio.
Dove è avvenuto il fatto?
In un appartamento in via Ferdinando Agostini della Seta, zona Sant’Ermete, Pisa.
C’erano segnalazioni o denunce?
No, nessuna denuncia precedente. La coppia non risultava seguita da alcun servizio.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






