La nuova sanatoria fiscale, denominata Rottamazione Quinquies, sta entrando nel vivo del dibattito parlamentare e si candida a diventare uno degli strumenti più rilevanti della prossima Legge di Bilancio. Obiettivo? Chiaramente permettere a cittadini e imprese di chiudere le proprie pendenze con il fisco attraverso modalità semplificate e più accessibili rispetto al passato.
Il nuovo provvedimento, secondo quanto emerso finora, dovrebbe includere i debiti affidati all’Agenzia delle Entrate‑Riscossione dal 1° gennaio 2000 fino al 31 dicembre 2023. Un’estensione temporale significativa, che punta a coprire un’ampia fetta di contribuenti rimasti esclusi dalle sanatorie precedenti, in particolare dalla Rottamazione Quater, che si fermava al giugno 2022.
Il contesto in cui nasce la Quinquies è ben noto: da un lato un magazzino fiscale ormai saturo, con miliardi di euro difficilmente esigibili, dall’altro una pressione fiscale che in molti casi rischia di diventare insostenibile per chi ha accumulato debiti negli anni.
La proposta di un nuovo saldo agevolato vuole essere, dunque, una risposta pragmatica, che tenga conto della realtà economica di migliaia di famiglie e partite IVA, offrendo al tempo stesso allo Stato la possibilità di recuperare almeno una parte delle somme dovute.
Condizioni più flessibili e rate fino a dieci anni
Uno degli elementi più interessanti del nuovo schema riguarda la flessibilità. Chi aderirà alla Rottamazione Quinquies potrà pagare solo il capitale e le spese di notifica e di esecuzione, escludendo completamente le sanzioni e gli interessi di mora. Ma la vera novità riguarda i tempi e le garanzie: sarà possibile rateizzare il debito in un massimo di 120 rate mensili, equivalenti a dieci anni.
Non solo. In caso di difficoltà, il contribuente non perderà subito i benefici acquisiti: la decadenza scatterà solo dopo l’omissione di otto rate, anche non consecutive. Una soglia di tolleranza mai vista finora in operazioni simili.
Questo cambiamento è significativo, soprattutto per chi ha vissuto con ansia i precedenti piani di rientro, in cui bastava un solo pagamento in ritardo per perdere ogni vantaggio.
Con la Quinquies si introduce un meccanismo più aderente alla realtà di chi ha debiti fiscali: soggetti spesso fragili, economicamente instabili, ma disposti a regolarizzarsi se messi nelle condizioni giuste. La logica, insomma, non è quella del condono secco, ma di un percorso graduale e realistico di rientro, capace di garantire equità e sostenibilità.
Chi potrà accedere (e chi no)
Come per tutte le definizioni agevolate, anche questa non sarà aperta indiscriminatamente a tutti. Alcune tipologie di debito resteranno escluse: in particolare, quelli già oggetto di sanatorie precedenti, i crediti derivanti da aiuti di Stato non compatibili, i danni erariali accertati, le sanzioni derivanti da procedimenti penali, e i tributi locali non affidati formalmente all’Agente della riscossione. Resteranno invece ammissibili gran parte dei carichi ordinari accumulati negli ultimi vent’anni.
Intanto, è bene ricordare che la Rottamazione Quater – ancora in vigore – prevede una scadenza imminente: la rata di luglio va versata entro il 31 del mese, con i consueti cinque giorni di tolleranza. È importante non confondere le due misure: la Quinquies è ancora in fase di definizione e non sostituisce gli obblighi già in essere. Chi è in regola oggi, dunque, deve continuare a esserlo.
Per tutti gli altri, questa potrebbe essere l’occasione giusta per sistemare situazioni ferme da anni, senza l’ansia di sanzioni pesanti o interessi insostenibili. Sarà fondamentale, nei prossimi mesi, seguire l’iter legislativo e capire in dettaglio quali debiti rientreranno nella misura, con quali modalità e con quali tempistiche.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






