Per potere parlare di Fabienne Benoit, dobbiamo prima fare una piccola parentesi sul suo assistito. Ovvero Jannik Sinner. L’azzurro, è il primo italiano a trionfare a Wimbledon, è riuscito in una vera impresa, ovvero quella di strappare la corona dalla testa di Alcaraz, nel giro di quattro set.
Ad avere festeggiato, quella che di fatto è una vittoria storica, che mai nessuno era riuscito a raggiungere prima, è stata sicuramente, tra i tanti, anche colei che da sempre, tutti considerano, il braccio destro del campione di tennis. Fabienne Benoit.
Fabienne Benoit: la sua carriera la precede
Fabienne Benoit, al momento, è già dal 2024, si occupa di Jannik Sinner, ricopre il ruolo di Direttore delle Relazioni Pubbliche. La sua sede è a Berna, in Svizzera, e prima di questo importante incarico, ha collezionato diverse esperienze importanti.
Si è laureata nel 2000 presso l’Università di Friburgo, e inseguito nel 2005 ha anche ottenuto un Master in Scienze della Comunicazione. Tra i suoi ruoli precedenti, anche il medesimo presso la Swiss Tennis, la Aslan Karatsev e l’ATP Tour.
Ma non è finita qua, nel 2011, ha ricoperto il ruolo di Team Manager della Squadra Svizzera, nel corso della Coppa Davis.
Le dichiarazioni di Sinner dopo la vittoria
Il campione azzurro, dopo l’incredibile vittoria, ci ha tenuto a complimentarsi con il suo avversario, Alcaraz, con cui ha ammesso di stare costruendo un grande rapporto, dentro e fuori dal campo, anche se con in mezzo tanta sana rivalità.
“Emotivamente la sconfitta di Parigi è stata dura, ma non importa come vinci o come perdi. Bisogna capire cosa non ha funzionato e lavorare lì, usare la sconfitta per migliorare” ha rivelato inoltre, sottolineando come la sconfitta precedente, sempre contro Alcaraz, lo abbia aiutato a fortificarsi, e forse anche a raggiungere l’obiettivo di Wimbledon, che lo porta ancora una volta, sul tetto del mondo.

Giornalista pubblicista dal 2019. Ho una laurea in Scienze della Comunicazione e un master in giornalismo e comunicazione.
“Il giornalismo è l’arte di rendere interessante ciò che è noioso”. Io la penso esattamente cosi.






