C’è chi nasce in una famiglia che ti disegna già il futuro addosso.
E poi c’è chi, come Nicole Berlusconi, decide di andare da un’altra parte.
Suo zio era Silvio, suo padre è Paolo. Intorno, da sempre, l’odore di affari, politica, televisioni, campagne elettorali.
Lei invece — e nessuno se lo aspettava — ha scelto un altro suono: quello degli zoccoli, delle stalle, del fieno bagnato.
Una Berlusconi nata nel ’89. Ma niente carriera in azienda
Nicole è nata a Milano nel 1989. Il padre era Paolo Berlusconi fratello di Silvio. La madre si chiamava Anna Rosa Costanzo.
Fin da piccola, si è attaccata a qualcosa di completamente diverso: i cavalli.
A undici anni era già in sella. Più cresceva, più si allontanava dal “copione” che ci si aspettava da lei.
Mentre i cugini frequentavano salotti, lei si sporcava le mani.
Studia Lettere e Filosofia, ama leggere, ma appena può corre fuori città, dove i cavalli le insegnano — dice lei — a stare al mondo.
Il progetto che ha cambiato tutto
Nel 2012, mentre i talk parlano ancora del Cavaliere, Nicole fonda Progetto Islander.
Una onlus vera, non da passerella. Si occupa di recuperare cavalli maltrattati… portarli via da situazioni orribili, curarli e, quando si può, ridargli una seconda vita.
Il nome? Islander, come il primo cavallo che ha salvato davvero. Un gesto che per molti è solo emotivo, per lei è l’inizio di tutto.
Inizia a ricevere segnalazioni, viaggia, documenta, denuncia. Niente show, niente interviste. Solo lavoro.
Ha detto una volta:
“Non riesco a ignorare quello che vedo. Se posso intervenire, lo faccio. Punto.”
E lo zio Silvio?
C’era un affetto vero, pare. Ma anche una distanza naturale.
Nicole non voleva cariche, non voleva entrare nel sistema. Silvio lo sapeva.
Le voleva bene, ma la lasciava libera.
Niente politica, niente aziende. Nicole è rimasta fuori da tutto, per scelta.
Eppure quel cognome lì — Berlusconi — fa rumore anche quando stai zitta.
Il maneggio, le accuse, il processo
Tutto cambia nel 2023, quando Progetto Islander denuncia presunti maltrattamenti in un maneggio a Mapello, in provincia di Bergamo.
Foto, video, racconti. Nicole ci mette la faccia.
Ma i proprietari del maneggio l’ accusano di diffamazione, calunnia e violazione di domicilio. Vogliono un milione di euro per i danni subiti.
Lei, per evitare lo scontro, propone 20mila euro di conciliazione. L’offerta viene rifiutata.
Ora si attende il processo.
C’è chi la difende e la considera una voce scomoda ma necessaria.
C’è chi la attacca, dicendo che ha superato il limite.
La vita privata? Poca mondanità, tanto silenzio
Poco si sa di lei, perché parla poco.
Non fa interviste, non cerca attenzione.
Sta con Santi Serra Camps, addestratore spagnolo che lavora con cavalli liberi, senza briglie. Una filosofia che le somiglia: pochi comandi, tanta fiducia.
Sui social pubblica solo ciò che riguarda Progetto Islander.
Niente selfie in palestra, niente lusso, niente “figlia di”.
Solo box da pulire, animali da nutrire, casi da seguire.
Una volta ha detto:
“A volte non mi sento neanche parte di questa famiglia. Ma so chi sono, e mi basta.”
Perché tutti parlano di lei
Perché Nicole Berlusconi non è come gli altri Berlusconi.
Forse ha esagerato. Forse no.
Ma di certo è viva, vera, fuori copione.
E in un mondo pieno di facce fotocopia, una come lei si nota.
Faq
Quanti anni ha Nicole Berlusconi?
È nata nel 1989. Ha 36 anni.
Che fa nella vita?
Salva cavalli. Non per hobby: è il suo lavoro.
Perché è stata rinviata a giudizio?
Per aver denunciato maltrattamenti in un maneggio. La controparte l’ha querelata.
Ha un ruolo nell’impero Berlusconi?
No. E non sembra interessata ad averne.
Si trova sui social?
Sì, ma solo per parlare della sua onlus. Niente vita privata in vetrina.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






