Chi era Nadia Toffa la giornalista de “Le Iene” morta il 13 agosto di 6 anni fa? Malattia, tomba, sorelle, età, frasi, ultime ore

Daniela Devecchi

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Chi era Nadia Toffa la giornalista de “Le Iene” morta il 13 agosto di 6 anni fa? Malattia, tomba, sorelle, età, frasi, ultime ore

Nadia Toffa nasce a Brescia il 10 giugno 1979, terza figlia di Margherita Rebuffoni e Maurizio Toffa: ha due sorelle maggiori, Mara e Silvia. Crescete in un ambiente familiare sereno, dove la curiosità e la determinazione sono incoraggiate fin dalla piccola. Durante l’adolescenza pratica ginnastica artistica e coltiva l’amore per la lettura e l’arte. Dopo il diploma al Liceo classico “Arnaldo” si laurea in Lettere, con indirizzo storico-artistico, presso l’Università di Firenze. E in merito alla vita privata? Pur essendo un volto molto conosciuto, ha sempre protetto la sua vita sentimentale, preferendo condividere con il pubblico soprattutto il suo lavoro, le battaglie civili e momenti legati alla famiglia e alla sua amata cagnolina Totò.

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Dalle tv locali a “Le Iene”: inchieste, conduzione, premi

La carriera televisiva di Nadia comincia nelle emittenti locali, tra cui Telesanterno e Retebrescia. Qui impara a destreggiarsi tra riprese, montaggi e conduzioni. Nel 2009 entra a far parte de Le Iene come inviata, distinguendosi per uno stile diretto e ironico, capace di alternare leggerezza e domande scomode. Le sue inchieste spaziano dall’inquinamento ambientale alla ludopatia, dalle truffe sanitarie allo sfruttamento della prostituzione minorile. Con il passare degli anni conquista un ruolo centrale, fino alla conduzione del programma dal 2016. Durante la sua carriera riceve riconoscimenti prestigiosi per il giornalismo televisivo.

Tra le città a cui Nadia è rimasta più legata c’è Taranto. Con i suoi servizi ha denunciato gli effetti dell’inquinamento sulla salute dei bambini, guadagnandosi il rispetto e l’affetto della comunità locale. Per questo motivo la città le ha conferito la cittadinanza onoraria e l’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale “SS. Annunziata” è stata intitolata a lei. La sua vicinanza a questa realtà è stata anche concreta, sostenendo raccolte fondi e iniziative benefiche.

Le inchieste (e le critiche): il caso Gran Sasso spiegato

Il lavoro di Nadia non è stato privo di critiche. Un servizio sui Laboratori del Gran Sasso, dedicato alle preoccupazioni ambientali, ha generato un acceso dibattito con il mondo scientifico. È stato uno dei pochi casi in cui il suo approccio diretto è stato contestato, ma anche questo episodio dimostra come le sue inchieste fossero in grado di catalizzare l’attenzione pubblica.

La malattia: dal malore di Trieste al ritorno in tv, tra cure e ricadute

Il 2 dicembre 2017, durante un servizio a Trieste, Nadia viene colpita da un malore improvviso. Pochi mesi dopo, in diretta televisiva, racconta di avere un tumore cerebrale. Decide di non nascondersi: affronta le terapie continuando a lavorare, mostrando in tv il volto segnato dalle cure e l’uso della parrucca. Nel 2018 pubblica il libro Fiorire d’inverno, in cui racconta la sua esperienza e il tentativo di trarre forza anche dalla malattia.

Durante la promozione del libro, una sua frase — «Il cancro è un dono» — suscita forti reazioni. Nadia chiarisce presto il senso delle sue parole: non intendeva la malattia come qualcosa di positivo, ma come una prova dolorosa che aveva cercato di trasformare in un’occasione per dare più valore alla vita.

Le “ultime ore” e l’ultimo messaggio ai fan

L’ultimo post sui social è del 1° luglio 2019: una foto a casa con il suo cane Totò, accompagnata da un saluto affettuoso a tutti. Le sue condizioni peggiorano nelle settimane successive e il 13 agosto 2019 muore a Brescia, circondata dalla famiglia. Poco dopo, i colleghi trasmettono un video che aveva registrato mesi prima: «Non è importante quanto vivi, ma come vivi». Rimane una delle sue frasi più ricordate.

La camera ardente è stata allestita al Teatro Santa Chiara di Brescia. I funerali, celebrati il 16 agosto nel Duomo cittadino, hanno visto una grande partecipazione popolare. La salma è stata cremata e le ceneri consegnate ai genitori. Non esiste una tomba pubblica: la famiglia ha scelto di custodire il luogo del riposo in maniera privata.

Età e “numeri” di una carriera intensa

In soli 40 anni Nadia ha collezionato dieci stagioni da inviata de Le Iene e tre da conduttrice, un talk in prima serata, due libri pubblicati in vita, riconoscimenti giornalistici nazionali e decine di inchieste che hanno segnato il dibattito pubblico.

Il suo modo di comunicare era diretto e personale, pieno di calore e vicinanza. Frasi come «La vita è una figata», «Non ho mai sospeso la vita per la malattia» e «Non è importante quanto vivi, ma come vivi» riassumono il suo atteggiamento verso la vita e la malattia: un misto di resilienza, realismo e leggerezza.

Libri, musica e altri progetti

Oltre a Fiorire d’inverno, Nadia ha scritto Quando il gioco si fa duro, un’inchiesta sulla ludopatia. Dopo la sua morte sono stati pubblicati due libri postumi, raccolte di pensieri e scritti personali. Amava anche la musica: ha scritto e cantato due brani, uno pubblicato in vita e uno postumo.

Eredità civile: la Fondazione Nadia Toffa e gli omaggi in Italia

La Fondazione Nadia Toffa, nata nel 2019, sostiene progetti di ricerca oncologica e aiuto alle persone fragili. In varie città italiane sono stati realizzati murales, intitolazioni di spazi pubblici e premi a lei dedicati. La sua figura resta un simbolo di energia e determinazione, e il suo ricordo è vivo nella memoria collettiva.