La notizia è arrivata in punta di piedi, quasi con il passo leggero della sabbia del Sahara che lui conosceva meglio di chiunque altro. Philippe Taquet è morto a Parigi il 17 novembre 2025, all’età di 85 anni. Un nome che forse al grande pubblico dice poco, ma che nel mondo della paleontologia è stato una bussola, un esploratore vero, uno di quelli che non ha mai smesso di credere che sotto la terra ci siano storie ancora da raccontare.
E se ti dicessimo che molte delle immagini che abbiamo dei dinosauri africani esistono perché lui le ha cercate nel posto giusto, quando nessuno aveva il coraggio di farlo?
L’età, le origini e la scelta di diventare paleontologo
Philippe Taquet era nato il 25 aprile 1940 a Saint-Quentin, nel nord della Francia. Una zona che non ha nulla a che vedere con il Sahara, eppure il richiamo delle terre lontane arrivò presto. Dopo gli studi entrò nel CNRS, il Centro nazionale francese della ricerca scientifica, e negli anni ’60 aveva già capito che il futuro della paleontologia non era solo nei musei ma nelle spedizioni, nella polvere, nel campo.
Quanti giovani scienziati ha ispirato? Tantissimi. Basta ascoltare chi ha lavorato con lui: parlano tutti di un maestro paziente, curioso, instancabile.
Le spedizioni in Africa che hanno cambiato tutto
Quando negli anni ’70 Taquet mise piede nel deserto del Teneré, in Niger, l’idea di trovare dinosauri in quantità era quasi un sogno romantico. Lui, però, aveva un talento particolare: leggere il paesaggio come fosse un codice.
E infatti le scoperte arrivarono.
Tra le più note:
- Ouranosaurus nigeriensis, descritto nel 1976
- Nigersaurus taqueti, il sauropode dal muso “a aspirapolvere” battezzato così in suo onore
Lo sapevi che molte ricostruzioni moderne di questi dinosauri derivano proprio dagli esemplari che lui raccolse nel cuore dell’Africa? La sua Africa non era solo un luogo di lavoro: era un posto che amava, conosceva e rispettava. Diceva spesso che il deserto non perdona chi non ascolta.
La carriera istituzionale: un ricercatore che sapeva anche dirigere
Fra un viaggio e l’altro, Taquet non ha mai abbandonato il lavoro accademico. Nel Muséum national d’Histoire Naturelle di Parigi divenne prima docente, poi direttore dal 1985 al 1990. Un ruolo che interpretò con lo stesso stile delle sue spedizioni: rigore, calma, visione.
Molti ricordano la sua capacità di tenere insieme scienza e divulgazione. Un talento raro. Parlava di dinosauri come si parla di persone che si è davvero conosciuto.
Vita privata e curiosità
Taquet era un uomo riservato nel senso più autentico del termine: non cercava i riflettori, preferiva che fossero le sue scoperte a parlare.
Un aneddoto ricorrente racconta che portasse sempre con sé un taccuino nero pieno di schizzi, appunti e intuizioni. Chi l’ha visto dice che fosse un piccolo scrigno, quasi un reportage segreto delle sue spedizioni.
L’eredità scientifica
Oggi, la notizia della sua morte lascia un vuoto concreto: Taquet era uno degli ultimi grandi esploratori a metà tra scienziato e avventuriero. Il suo modo di fare ricerca – paziente, meticoloso, quasi poetico – non è più così comune.
La paleontologia francese lo considera un simbolo. Quella internazionale, un riferimento. E chi ha studiato i dinosauri africani negli ultimi decenni sa che senza di lui la mappa del Cretaceo sarebbe più povera.
FAQ
Quando è morto Philippe Taquet?
Il 17 novembre 2025, a Parigi.
Quanti anni aveva?
Aveva 85 anni.
Perché Philippe Taquet è considerato così importante?
Perché le sue spedizioni in Niger hanno portato a scoperte fondamentali come Ouranosaurus e Nigersaurus, ridefinendo la paleontologia africana.
Di cosa è morto?
Al momento non è stato reso pubblico un dettaglio ufficiale sulle cause.
Che ruolo aveva in Francia?
È stato direttore del Muséum national d’Histoire Naturelle e uno dei paleontologi più influenti del Paese.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






