Massimo Mambelli, Rimini piange il bagnino del Bagno 53: chi era e il malore improvviso che lo ha portato via

Daniela Devecchi

Massimo Mambelli, Rimini piange il bagnino del Bagno 53: chi era e il malore improvviso che lo ha portato via

Certe persone non hanno bisogno di apparire per lasciare un segno. Massimo Mambelli, per Rimini, era una di quelle figure che riconosci anche solo dal passo sulla sabbia. Il suo nome, legato al Bagno 53, circolava tra i turisti come si fa con una certezza estiva: la sicurezza di trovare sempre la stessa accoglienza, la stessa voce, lo stesso sorriso che apre la giornata.

Quando la sua scomparsa improvvisa è arrivata, ha scosso molti più cuori di quanto forse lui stesso avrebbe immaginato.

Un uomo di mare: età, origini e una vita senza clamore

Massimo aveva circa settant’anni, anche se nessuna fonte restituisce una data precisa. Non amava parlare di sé, non cercava riflettori né interviste. A Rimini bastava dire “Massimo del 53” per sapere chi era: quel tipo di identità che non si costruisce con i titoli ma con la presenza.

Di lui colpisce una cosa semplice: non esistono cronache di polemiche, scaramucce o incidenti. Solo anni di lavoro, stagioni di mare, e un modo tutto suo di far sentire le persone a casa.

La carriera al Bagno 53: più di un lavoro, una vocazione

La storia del Bagno 53 e quella di Massimo si intrecciano da decenni, anche se la data esatta dell’inizio della sua gestione non è documentata. Ma i riminesi lo ricordano lì da sempre.

Chi lo frequentava negli anni ’90 giura che riuscisse a ricordare i nomi dei clienti, le abitudini, persino l’ombrellone preferito. Un talento che nasce solo da una cosa: l’attenzione vera.

Già nel 2013, un quotidiano locale lo citava in merito allo smontaggio dei campi sportivi in spiaggia. Era un segno inequivocabile: Massimo non era un gestore di passaggio. Era parte del tessuto della Riviera, uno dei quei bagnini che diventano un punto di riferimento intergenerazionale.

E tu? Hai mai incontrato un bagnino che ti facesse sentire davvero “di casa”?

L’ultimo viaggio: la vacanza in Namibia e il malore improvviso

La parte più dolorosa della sua storia è anche quella più recente. Massimo è morto durante una vacanza in Namibia, dove si trovava insieme alla moglie. Un viaggio che probabilmente segnava una pausa meritata dopo una vita passata nella routine delle stagioni estive.

Un malore improvviso, forse un infarto, lo ha portato via all’improvviso. La notizia è rimbalzata velocemente sulla Riviera: tra incredulità, ricordi, e quella sensazione amara che arriva quando se ne va qualcuno che dava l’idea di essere eterno.

La salma, secondo le fonti locali, rientrerà a Rimini nei giorni successivi alla comunicazione della morte.

Il Bagno 53: non uno stabilimento, ma un punto fermo

Ogni stabilimento della Riviera romagnola ha una sua anima. Quello di Massimo era un’anima discreta, solida, profondamente umana.

Negli anni, il Bagno 53 è diventato un piccolo ecosistema: famiglie che tornavano da lui anno dopo anno, bambini che sono cresciuti diventando adulti sotto quegli stessi ombrelloni, clienti che non sceglievano “la spiaggia”, ma “Massimo”.

Non è curioso come alcuni luoghi finiscano per assomigliare a chi li guida?

Molti ricordano il 53 per la sua atmosfera semplice, senza ostentazioni. Perché Massimo aveva quella rara capacità di creare un ambiente dove tutto sembrava naturale, come se la spiaggia stessa respirasse al ritmo del suo lavoro.

Curiosità e memorie che restano

Di testimonianze ufficiali ce ne sono poche, ma di voci ce ne sono tantissime. Racconti di persone che lo descrivono sempre in movimento, sempre con un occhio alla battigia e l’altro alle persone.

C’è chi sostiene che Massimo riuscisse a capire a colpo d’occhio se una famiglia sarebbe tornata anche l’estate successiva. E spesso ci prendeva.

E se ti dicessimo che molte famiglie che affollano oggi la Riviera hanno ricordi d’infanzia legati proprio a lui, senza nemmeno esserne del tutto consapevoli?

FAQ

Chi era Massimo Mambelli?
Un bagnino storico della Riviera romagnola e titolare del Bagno 53 di Rimini.

Quanti anni aveva alla morte?
Intorno ai 70 anni.

Come è morto?
È deceduto per un malore improvviso durante una vacanza in Namibia con la moglie.

Da quanto gestiva il Bagno 53?
Non esistono fonti cronologiche precise, ma veniva considerato un punto di riferimento da decenni.

Perché era così conosciuto?
Per la continuità, la dedizione al lavoro e il rapporto umano con clienti e famiglie.