Alepa, la cantina che ha rimesso il Pallagrello al centro: viaggio tra i filari di Caiazzo

Daniela Devecchi

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Alepa, la cantina che ha rimesso il Pallagrello al centro: viaggio tra i filari di Caiazzo

C’è un punto delle colline caiatine in cui la vigna disegna onde morbide e l’aria profuma di erbe di macchia. Lì, a Caiazzo, a pochi chilometri dalla Reggia di Caserta, si trova Alepa, un’azienda agricola che ha fatto del Pallagrello – bianco e nero – la propria bandiera. Non è una trovata di marketing, ma una scelta precisa: lavorare un’uva identitaria, rara, riportandola nel cuore della conversazione enologica con metodo artigiano e un’agricoltura che privilegia la sostanza. Lo sapevi che proprio qui, tra boschi e venti che asciugano le vigne, il Pallagrello ha trovato una delle sue voci più nitide?

Le colline caiatine e un paesaggio che parla

Alepa nasce negli anni Ottanta sulle alture di San Giovanni e Paolo, una frazione di Caiazzo immersa in un paesaggio di colline dolci, uliveti e boschi. Il clima ventilato e i suoli misti regalano alla vigna equilibrio e freschezza. È un territorio che vive ancora di ritmo agricolo, dove le stagioni si sentono e si rispettano. La cantina conserva proprio questo spirito: produrre vino e olio extravergine come facevano i nonni, con pazienza e osservazione quotidiana.

Le origini e il passaggio di testimone

Tutto inizia come un piccolo progetto di famiglia. Oggi la guida è passata a Paola Riccio, che ha saputo raccogliere l’eredità con sensibilità moderna ma radici ben piantate nella terra. La sua idea è semplice e precisa: ridare centralità al Pallagrello, recuperando una tradizione quasi dimenticata e lavorando con cura artigianale, senza forzature né compromessi. In ogni bottiglia si sente l’eco di una storia contadina, fatta di mani che conoscono la terra e sanno riconoscerne i tempi.

Un’idea chiara di vino

Alepa non rincorre le mode. Il vino, qui, nasce prima di tutto in vigneto, e ogni scelta in cantina è una conseguenza naturale del lavoro tra i filari. La fermentazione avviene in modo spontaneo, il legno è usato con misura, l’acciaio è il luogo dell’attesa. È una filosofia che privilegia la purezza del frutto, la voce dell’annata, la personalità dell’uva. In un mondo di blend e di etichette costruite, Alepa ha scelto di puntare tutto sull’identità, sulla semplicità vera, quella che non ha bisogno di effetti speciali.

Il fascino del Pallagrello

Il Pallagrello è un vitigno antico, originario proprio di queste colline casertane. Si presenta in due versioni, bianca e nera, entrambe dotate di una personalità spiccata. Il bianco profuma di frutta gialla, fiori e miele, con una bocca sapida e luminosa; il nero invece si muove su toni di prugna, spezie, erbe di montagna. Sono vini che raccontano il paesaggio da cui provengono: colline ariose, suoli minerali, luce intensa. Il Riccio Bianco, uno dei vini simbolo di Alepa, è l’espressione più immediata di questo approccio. Fermenta e affina in acciaio, restituendo un profilo nitido e verticale, di grande bevibilità, con quel tocco salino che invoglia sempre un altro sorso.

Vino e olio, un legame naturale

Accanto al vino, Alepa produce anche olio extravergine d’oliva. Non come attività collaterale, ma come parte integrante della stessa visione agricola. Le piante crescono accanto alle vigne, e l’olio, come il vino, nasce da una lavorazione rispettosa della materia. È un prodotto che porta in tavola la stessa idea di autenticità: gusto pieno, equilibrio, essenza del territorio.

L’accoglienza e la vita in campagna

Chi arriva ad Alepa lo percepisce subito: qui non c’è scenografia, ma vita vera. La cantina è parte dell’azienda, la vigna circonda tutto, e il tempo scorre al ritmo delle stagioni. Si può partecipare a degustazioni, passeggiare tra i filari, assistere alla fermentazione, o anche impastare e cuocere la pizza nel forno a legna. Sono esperienze che restituiscono il senso profondo dell’agricoltura, fatta di mani e di gesti, più che di parole.

Etichette e stile

Ogni bottiglia di Alepa ha una voce diversa, ma la scrittura è sempre la stessa: pulita, diretta, sincera. Il Riccio Bianco è luminoso, floreale, minerale. Il Pallagrello Nero, più ampio e speziato, porta con sé il calore della terra e una freschezza che sorprende. Sono vini che parlano un linguaggio semplice e profondo, capace di emozionare chi cerca nel calice qualcosa di vero, non solo di buono. Visitare Alepa significa entrare in contatto con una Campania intima, rurale. È un luogo che insegna cosa vuol dire lavorare la terra con coerenza, dove ogni decisione passa prima dal campo e poi dalla bottiglia. Chi ama il vino autentico, quello che non finge e non rincorre, troverà qui una casa.