C’è un nuovo elemento sulle strade europee che sta attirando l’attenzione di molti automobilisti. Non è un autovelox, non è un limite nascosto e non porta nessuna multa. È un cartello che sembra familiare… ma non lo è del tutto.
Cerchio, numero, grafica pulita: identico ai limiti di velocità. Solo che il bordo non è rosso. È verde. E questa scelta cromatica cambia completamente il significato.
Un segnale che suggerisce, non impone
A prima vista sembra il classico limite dei 30 o dei 40. In realtà no. Il bordo verde indica una cosa molto precisa: quella velocità non è obbligatoria, è consigliata.
Si può superarla senza rischiare alcuna sanzione, finché il limite vero della strada viene rispettato.
È una sorta di “invito alla prudenza”, soprattutto in tratti sensibili.
Da dove arriva l’idea dei cartelli verdi
La scelta nasce all’estero, soprattutto nel Regno Unito e in alcune aree urbane del Nord Europa. Qui da anni si cerca un modo più equilibrato di gestire il traffico: meno pressione, più consapevolezza.
Il ragionamento è semplice:
- il bordo rosso obbliga,
- il bordo verde accompagna.
È una forma di educazione stradale che tenta di far rallentare senza il meccanismo della multa.
La situazione in Italia oggi
Da noi, per il momento, questi cartelli non esistono nel Codice della Strada. Non sono riconosciuti ufficialmente e non hanno valore normativo.
Se un Comune decidesse di installarli oggi, sarebbero solo un suggerimento, nulla di vincolante.
L’Italia ha già un suo segnale per la velocità consigliata — quello blu, quadrato — ma il bordo verde introdotto in Europa ha un impatto visivo diverso. Si avvicina molto a un limite vero, e proprio questa somiglianza lo rende efficace nei Paesi dove è stato testato.
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I vantaggi secondo chi li ha già adottati
Il beneficio principale è immediato: si nota subito.
Il bordo verde rompe lo schema e richiama l’attenzione del conducente senza provocare quella piccola tensione tipica dei limiti classici.
In più funziona bene in zone dove frenate brusche o velocità troppo alte rischiano di creare problemi.
I dubbi degli esperti
Ci sono però anche perplessità.
La prima è la possibile confusione: un cartello che sembra un limite ma non lo è potrebbe destabilizzare chi guida.
La seconda riguarda la normativa: senza una revisione del Codice della Strada, questi segnali restano semplici “suggerimenti” e non possono essere integrati come standard nazionale.
Li vedremo anche sulle nostre strade?
Difficile fare previsioni, ma la direzione europea è chiara: si cerca un modo di regolare il traffico più basato sulla comprensione che sulla sanzione.
L’Italia, negli ultimi anni, ha lavorato molto su zone 30, attraversamenti più sicuri e percorsi protetti. È possibile che in futuro anche i cartelli con bordo verde trovino spazio in una sperimentazione locale o in una revisione più ampia della segnaletica.
FAQ
Sono obbligatori?
No, non hanno valore vincolante.
Posso prendere una multa se li supero?
No, purché rispetti il limite ufficiale della strada.
Esistono già in Italia?
Non ancora: non sono previsti dalla normativa attuale.
Perché il bordo verde?
Serve a differenziarlo dal limite obbligatorio, che usa il rosso.
Dove vengono utilizzati?
Soprattutto nel Regno Unito e in alcune città europee, in prossimità di scuole o incroci delicati.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






