Najoua Minniti, la donna trovata morta in mare nel Salento: chi era, cosa è successo davvero e perché la comunità è sconvolta

Daniela Devecchi

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Najoua Minniti, la donna trovata morta in mare nel Salento: chi era, cosa è successo davvero e perché la comunità è sconvolta

A Calimera, nel cuore del Salento, ieri è successo qualcosa che la comunità farà fatica a dimenticare. Una di quelle giornate che lasciano un segno, perché mettono insieme dolore, incredulità e domande che restano sospese. Una donna, Najoua Minniti, è stata trovata morta in mare al largo di Torre dell’Orso. Poco dopo, nella sua casa, c’era il corpo del figlio di otto anni.

Chi era davvero Najoua? Perché nessuno è riuscito a intercettare il suo crollo emotivo?
Lo sapevi che la sua storia attraversa tre regioni, due culture e un passato pieno di cambiamenti improvvisi?

Età, origini e una vita piena di spostamenti

Najoua Minniti aveva 35 o 36 anni, secondo le diverse fonti. Era originaria di Polistena, in Calabria, con una madre di origini tunisine. La sua vita è stata un continuo movimento: undici anni trascorsi a Parma, poi il ritorno al Sud, fino al trasferimento nel Salento nel 2020.

A Calimera cresceva suo figlio, Elia, un bambino molto legato alla madre.
Chi la conosceva la descrive con una parola sola: affettuosa. Eppure negli ultimi mesi qualcosa sembrava sgretolarsi dentro di lei.

Carriera e quotidianità nel Salento

Najoua lavorava nei villaggi turistici come stagionale. Una vita fatta di periodi intensissimi e altri più instabili, in cui bisogna reinventarsi. Negli ultimi tempi, raccontano alcune persone a lei vicine, era diventata più chiusa, più silenziosa.

Sui social pubblicava spesso foto con suo figlio. In una scriveva:
«Ogni tanto riusciamo a riunire tutta la famiglia».
Frase semplice, certo. Ma alla luce di quello che è accaduto, sembra l’eco di un equilibrio che iniziava a vacillare.

Cosa è accaduto nelle ultime 24 ore

La giornata del 18 novembre inizia con qualcosa di insolito: Elia non si presenta a scuola. Il padre prova a chiamare Najoua. Nessuna risposta. Preoccupato, contatta i Carabinieri.

Da quel momento tutto precipita.

Il ritrovamento della madre

Nel pomeriggio, un sub nota un corpo in mare, al largo di Torre dell’Orso. Chiama subito soccorso. La Capitaneria di Porto recupera la donna. Verrà identificata in seguito: è Najoua.

Il ritrovamento del figlio

Ore dopo, a Calimera, nell’appartamento di via Montinari, i Carabinieri trovano il corpo del piccolo Elia. È nella sua cameretta. Ci sono segni evidenti di violenza, ferite compatibili con arma da taglio, in alcune ricostruzioni si parla anche di strangolamento. A quel punto l’ipotesi più forte è una sola: omicidio-suicidio.

La Procura di Lecce ha disposto l’autopsia su entrambi i corpi per stabilire tempi e dinamica esatta.

La situazione psicologica di Najoua

Alcuni amici raccontano che Najoua, negli ultimi mesi, attraversasse un periodo di profonda fragilità emotiva. Non una diagnosi, non un percorso terapeutico noto, ma una serie di segnali: pensieri cupi, frasi che oggi suonano come richieste d’aiuto.

C’è chi riferisce che parlasse del mare, del “lasciare andare tutto”.
Nessuna segnalazione formale, però. Nessun intervento dei servizi sociali.
Un vuoto enorme, che oggi pesa ancora di più.

Rapporti familiari e ultimi contatti

Il rapporto con l’ex compagno non sembrava semplice, ma non risultano denunce o episodi di violenza. Le difficoltà, più che altro, sembravano economiche e psicologiche.

L’ultima telefonata registrata è proprio quella del padre di Elia, che cercava di capire dove fossero.
Da lì, nessuna risposta.
L’auto di Najoua viene vista dirigersi verso la costa. Poi, il silenzio.

Cosa resta da chiarire

Le indagini sono ancora in corso e ci sono diversi punti aperti:

  • Quando esattamente è morto il bambino?
  • Najoua ha lasciato messaggi, note, frasi scritte?
  • Ci sono video che ricostruiscono i suoi spostamenti?
  • Elia dormiva o era sveglio?
  • La morte della donna è avvenuta per annegamento o prima del contatto con l’acqua?

Saranno l’autopsia e l’analisi forense dell’appartamento a rispondere.

Una comunità sotto shock

Calimera è un paese dove tutti si conoscono. La notizia ha colpito in pieno la vita quotidiana: scuole, bar, vicini, amici. Il sindaco ha chiesto rispetto, silenzio, prudenza. Nessuno vuole trasformare la tragedia in un caso morboso.

Chi conosceva Najoua la ricorda come una mamma dolce, premurosa.
Un paradosso difficile da accettare.
Una storia in cui il dolore non ha un’unica direzione.

FAQ

Chi era Najoua Minniti?
Una donna di 35-36 anni, originaria di Polistena, vissuta a Parma e poi trasferita a Calimera dal 2020. Era madre di un bambino di otto anni.

Come è stata trovata la donna?
In mare, al largo di Torre dell’Orso. La Capitaneria di Porto l’ha recuperata nel pomeriggio del 18 novembre.

Cosa è successo al figlio?
È stato ritrovato senza vita nella sua camera da letto, con ferite compatibili con un’arma da taglio.

L’ipotesi è quella dell’omicidio-suicidio?
Sì, è l’ipotesi principale degli inquirenti, in attesa dell’autopsia.

C’erano segnali precedenti?
Secondo alcune testimonianze, Najoua stava attraversando un periodo di forte instabilità emotiva.