Inaudi, la vocazione piemontese per funghi, tartufi e bontà di famiglia

Daniela Devecchi

Inaudi, la vocazione piemontese per funghi, tartufi e bontà di famiglia

Ci sono aziende che sembrano nate con il passo giusto, come chi conosce il bosco senza bisogno di mappe. Inaudi appartiene a questa categoria: un nome che, da quasi un secolo, lega la provincia di Cuneo ai profumi dei porcini e al fascino irregolare del tartufo. Non è solo una storia di prodotti, ma di mani, stagioni, pazienza.

Una storia che profuma di bosco

La trama comincia il 23 marzo 1929, quando Michele Inaudi ottiene la licenza per il commercio di generi alimentari a Busca (Cuneo). È il primo capitolo di un racconto familiare che, negli anni Cinquanta, sceglie la via dei funghi come specialità, con il porcino nel ruolo del re di stagione.
Più avanti l’azienda con i suoi illustri discendenti Clemente Inaudi e la moglie Irma si sposta a Borgo San Dalmazzo e formalizza l’attività nel 1971, mantenendo un’idea chiara: qualità, selezione e lavorazioni rigorosamente artigianali.
Lo sapevi? Queste date – e lo spirito che le accompagna – raccontano più di qualsiasi slogan.

Dove nascono i vasetti

Navigare tra le sezioni del sito Inaudi è un po’ come entrare in laboratorio: le categorie parlano da sole. Ci sono i funghi in olio, ancora oggi invasettati a mano, i funghi secchi affettati ed essiccati con cura, i tartufi bianchi e neri selezionati uno a uno, poi sughi, creme e condimenti.
Ogni linea rimanda a una lavorazione precisa e a una promessa di costanza: manualità e rispetto della materia prima.
Non è curioso come, in un e-commerce, il lessico resti quello delle botteghe di una volta?

Il catalogo, tra tradizione e idee di cucina

Il catalogo Inaudi suggerisce un percorso semplice: partire da ciò che la terra dà e fermarne il momento buono.
I funghi in olio sono il gesto classico, quello che rimette in tavola l’autunno.
I funghi secchi sono la dispensa “di fiducia”.
I condimenti al tartufo e le creme sono il ponte verso la cucina quotidiana: concentrazioni di sapore da dosare su tagliatelle, risotti, carni, uova, fondute.
L’insieme restituisce un Piemonte domestico, accessibile, che non ti chiede attrezzature da chef.

La firma di casa: “La Tartufata®”

C’è un prodotto che, più degli altri, riassume la casa: La Tartufata®, una crema concentrata di tartufo bianco e funghi porcini.
L’azienda la definisce “l’unica, l’originale”: una salsa capace di trasformare un piatto con un semplice cucchiaino.
Un consiglio? Provala su riso, tagliatelle, arrosti o fonduta: la densità aiuta a non sbagliare.
È da anni il fiore all’occhiello del marchio, riconosciuto anche all’estero come simbolo della tradizione piemontese di alta qualità.

Funghi e tartufi, dal banco alla tavola

Il valore aggiunto è nella selezione manuale e nella lavorazione artigianale.
Che si tratti di tartufi freschi o di conserve, la promessa è sempre la stessa: portare in tavola ciò che la campagna ha già fatto bene, senza stravolgerlo.
Dai burri al tartufo al miele di acacia, fino ai sughi e alle salse tipiche piemontesi, ogni vasetto racconta un equilibrio tra semplicità e finezza.

Una bottega con indirizzo preciso

Non parliamo di un marchio “senza volto”: Inaudi ha un indirizzo concreto, Corso Giuseppe Mazzini 148, Borgo San Dalmazzo (CN), e una presenza costante nelle fiere e nelle reti del territorio.
Un radicamento che aiuta a capire il tono dell’azienda: locale per vocazione, internazionale per destino.

Il club del gusto

C’è anche il Piemonte Gourmet Club, iniziativa pensata per promuovere la cultura gastronomica piemontese nel mondo.
Un piccolo segno di come Inaudi non venda soltanto prodotti, ma curi un vero ecosistema di gusto fatto di ricette, abbinamenti e consigli.
È un modo gentile per dire: “Entrate, la tavola è pronta”.

Una famiglia che continua

La dimensione familiare non è un vezzo narrativo. L’impresa è oggi guidata dalla nuova generazione Inaudi, Emiliano e Davide, che proseguono sulla stessa traiettoria di qualità, rispetto e artigianalità.
La continuità, più che la novità, è la cifra del marchio.

Cosa rimane dopo la visita

Alla fine resta un’impressione chiara: Inaudi è un marchio che preferisce parlare con i prodotti, senza rumore.
Le pagine sono sobrie, le informazioni essenziali: storia, linee, lavorazioni, indirizzo, shop.
Il resto lo fa l’aroma, che – anche attraverso lo schermo – sembra arrivare lo stesso.

Se cerchi funghi e tartufi trattati con rispetto, con quel senso del tempo che solo le famiglie abituate ai cicli della natura possiedono, Inaudi è un racconto convincente.
E se ti dicessimo che, a volte, il segreto è semplicemente non rovinare ciò che la terra ha già fatto bene?