Hai mai sentito parlare di Albitalia? Magari il nome ti suona familiare per via del bicarbonato di sodio, oppure perché lavori nel settore degli ingredienti per la nutrizione animale. In realtà, dietro questa società milanese c’è una storia che parte da lontano e che merita di essere raccontata. Non si tratta solo di prodotti, ma di un percorso imprenditoriale che affonda le sue radici ben prima che si iniziasse a parlare di “specialty” o di consulenza tecnica.
Le origini: un’idea nata dall’esperienza
Non tutti lo sanno, ma l’idea di Albitalia nasce dalla passione e dall’esperienza di due professionisti: Renzo Pizzuti e Roberto Dei Cas. Entrambi lavoravano nella storica Assalzoo Servizi di Milano, l’associazione dei produttori di mangimi. È proprio in quel contesto, immersi nel cuore pulsante della filiera zootecnica italiana, che si accendono le prime intuizioni: portare un contributo nuovo e concreto a un settore che aveva bisogno di innovazione e affidabilità. L’obiettivo? Valorizzare il know-how acquisito negli anni e costruire qualcosa capace di offrire vantaggi tangibili ai produttori, ma anche a tutti gli altri attori della filiera.
La svolta: dal bicarbonato alle “specialty”
Per anni Albitalia è stata sinonimo di bicarbonato Solvay, un prodotto che ha segnato la storia della zootecnia italiana e che ancora oggi rappresenta una garanzia. Ma sarebbe un errore pensare che l’identità aziendale si esaurisca qui. Il vero cambio di passo arriva con la scelta, a suo tempo coraggiosa, di puntare sulle soluzioni specialty e sulla consulenza tecnica avanzata. La timeline interna dell’azienda è una sorta di racconto di trasformazione: dalla certificazione ISO 9001 (Albitalia è la prima commerciale feed in Italia a ottenerla), fino all’adozione dello standard GMP+, alla creazione della Specialty Division nel 2010 e, qualche anno dopo, al lancio della divisione Pet nel 2014.
Oggi chi visita il sito di Albitalia si trova davanti a una piattaforma molto più che a un semplice catalogo. I prodotti sono organizzati sia per specie che per funzionalità, dal supporto alla salute intestinale alla captazione delle micotossine, dagli appetizzanti alle fonti proteiche innovative. È un approccio che parla direttamente ai formulisti, ai veterinari, ai buyer professionali, offrendo strumenti concreti e informazioni chiare.
Un modello consulenziale che cambia le regole
La vera svolta, però, è quella che porta Albitalia a superare il concetto tradizionale di “magazzino” per affermarsi come partner tecnico dell’intera filiera. La logistica oggi raggiunge più di venti Paesi, la trasparenza sui partner e sulle certificazioni è assoluta, e la documentazione tecnica è disponibile online e sempre aggiornata. Ma c’è di più: la collaborazione stabile con università come Padova e Piacenza conferma la volontà di offrire non solo prodotti, ma anche supporto scientifico e aggiornamento costante. Prendiamo il celebre Bicar®Z di Solvay, che oggi trova applicazione non solo nella zootecnia, ma anche nella stabilizzazione degli impianti biogas. È la prova che anche un ingrediente classico può essere protagonista di innovazione.
Curiosità e dettagli che non tutti conoscono
E se ti dicessimo che già nel 1985 Albitalia avviava le prime collaborazioni con il mondo universitario? Oppure che nel 2013 ha lanciato una app dedicata all’acidosi ruminale, quando ancora il digitale era agli inizi nel settore feed? Oggi l’azienda gestisce un fatturato che, secondo fonti terze, supera i 25 milioni di euro, con un team snello e specializzato, capace di garantire stock e compliance internazionale in modo davvero efficace.
La presenza su LinkedIn rivela una struttura che continua a crescere: figure specializzate in Quality Assurance e Technical Sales, meno commerciali e sempre più votate alla consulenza e all’innovazione. Il filtro “per funzionalità”, tra l’altro, è oggi uno degli strumenti più apprezzati da chi cerca soluzioni su misura per la nutrizione animale.
Viene allora spontaneo chiedersi: come si spiega una trasformazione così radicale? Forse proprio nella scelta di puntare su qualità, trasparenza e ricerca. Tre ingredienti che, ancora oggi, fanno di Albitalia un punto di riferimento nel settore.
Domande frequenti su Albitalia
Quando nasce davvero Albitalia?
La fondazione ufficiale risale al 1980, ma l’inizio dell’attività è documentato già nel 1977.
Chi sono i protagonisti della sua nascita?
Renzo Pizzuti e Roberto Dei Cas, con un passato condiviso in Assalzoo Servizi a Milano.
Quali prodotti offre oggi Albitalia?
Non solo bicarbonato di sodio, ma anche probiotici, acidi grassi, idrossi-oligoelementi e appetizzanti per ogni specie animale.
C’è una divisione dedicata agli animali da compagnia?
Sì, dal 2014 Albitalia ha una divisione Pet dedicata.
Albitalia è certificata?
Sì, con certificazioni ISO 9001 e GMP+, segno di un impegno concreto per la qualità.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






