Olio di Giò: l’extravergine gentile che nasce pensando ai bambini

Daniela Devecchi

Olio di Giò: l’extravergine gentile che nasce pensando ai bambini

C’è un punto preciso dell’Aspromonte dove il tempo sembra rallentare. Le colline sono pettinate dagli ulivi e l’aria ha quel profumo di erba e pietra calda che si sente solo nel Sud. È qui, a San Giorgio Morgeto, che Olearia San Giorgio continua una tradizione di famiglia che ha il sapore dell’attesa, del lavoro lento, della terra curata a mano.

Tra gli uliveti e il frantoio, ogni passaggio è seguito con attenzione quasi artigiana: la raccolta al momento giusto, la selezione delle olive più sane, la spremitura a freddo che conserva profumi e proprietà. È da questo sapere antico che nasce Olio di Giò, un extravergine pensato con uno sguardo nuovo: quello dei bambini.

L’olio che accompagna i primi assaggi

Chiunque abbia visto un bambino scoprire il cibo lo sa: i primi sapori restano impressi, creano un linguaggio tutto loro. “Olio di Giò” nasce proprio per questo momento delicato. È un extravergine biologico, dal profilo gentile, studiato per accompagnare l’alimentazione infantile con naturalezza.

Il suo gusto è leggero ma vivo, rotondo, con un fruttato tenue e privo di note amare o piccanti. Entra nel piatto senza coprire, ma completando. Si può usare già dalle prime pappe, sulle verdure al vapore, sui legumi o su un purè di carote e patate. È un olio che si fa notare non per la forza, ma per la sua discrezione.

Un extravergine fatto di cura e semplicità

Dietro “Olio di Giò” c’è la stessa attenzione che Olearia San Giorgio dedica da sempre ai suoi prodotti: una filiera corta e trasparente, dove ogni scelta, dal campo alla bottiglia, è guidata dall’idea di purezza.

Il risultato è un olio ricco di sostanze antiossidanti naturali, come i polifenoli e la vitamina E, ma soprattutto un condimento equilibrato, digeribile, adatto anche ai palati più delicati.

Piccolo nel formato, grande nel significato

“Olio di Giò” si presenta in una bottiglia compatta da 250 ml, pensata per le famiglie. Una quantità giusta, che si consuma in tempi brevi, così da preservare profumi e proprietà. È una scelta pratica ma anche coerente: un olio fatto per essere usato ogni giorno, fresco, come un ingrediente di fiducia sulla tavola.

L’etichetta, dal design semplice e pulito, parla la lingua dell’infanzia senza mai cadere nella retorica. È un prodotto per tutti, ma con un cuore tenero: invita i genitori a scegliere consapevolmente, a portare in casa un olio che è buono davvero, nel senso più completo della parola.

Quando la tradizione incontra il futuro

L’Aspromonte non è solo il luogo dove questo olio nasce: è la sua voce. Olearia San Giorgio ha saputo trasformare un patrimonio locale in un messaggio universale, dove l’extravergine non è un lusso da intenditori, ma un compagno di crescita, un gesto quotidiano di amore verso chi si nutre.

C’è qualcosa di profondamente umano in questo progetto: la volontà di insegnare, fin da piccoli, che il gusto può essere semplice, naturale e buono. “Olio di Giò” è questo: un filo d’olio che unisce la saggezza contadina e la cura dei genitori, in un racconto che profuma di pane caldo e foglie d’ulivo.

Come usarlo in cucina

Un cucchiaino a crudo su una crema di verdure, una goccia sulla pastina, un filo sulle carni bianche o sul pesce cotto al vapore. “Olio di Giò” non ha bisogno di regole: entra nei piatti con delicatezza, amplifica i sapori e li fa respirare. È l’olio che insegna ai bambini la bontà naturale delle cose semplici.

Un messaggio che va oltre la tavola

Più che un prodotto, “Olio di Giò” è una dichiarazione d’intenti. È l’idea che il buon cibo comincia dal rispetto: per la terra, per il lavoro, per chi lo porterà in tavola. È il ponte fra una Calabria autentica, fatta di mani e stagioni, e un futuro che guarda alla salute e all’educazione alimentare con occhi nuovi.

Chi entra nel mondo di Olearia San Giorgio percepisce subito questa armonia. L’olio non è un oggetto da vendere, ma un racconto da condividere. Un racconto che, in questo caso, comincia con un nome semplice, quasi affettuoso: Giò.

E da lì, con un filo dorato, arriva fino alle tavole di chi crede che il gusto buono si impari da piccoli.