Chi è Josep Martínez: età, carriera, Inter e l’incidente di Fenegrò in cui è morto un 81enne

Daniela Devecchi

Chi è Josep Martínez: età, carriera, Inter e l’incidente di Fenegrò in cui è morto un 81enne

Lo vedi tra i pali dell’Inter, concentrato, quasi invisibile quando non serve ma sempre presente quando arriva il momento decisivo. Negli ultimi giorni però il suo nome è finito ovunque per un fatto tragico: l’incidente avvenuto sulla provinciale 32, a Fenegrò, in provincia di Como. Un uomo di 81 anni su carrozzina elettrica è morto dopo essere stato investito dall’auto guidata dal portiere spagnolo.

Chi è davvero Josep Martínez — che in molti titoli è stato chiamato per errore “Josip”? Quanti anni ha, da dove arriva, e cosa si sa, davvero, delle indagini?

Età e origini

Josep Martínez è nato il 27 maggio 1998 ad Alzira in Spagna. Cresciuto in un contesto calcistico tecnico e disciplinato, ha mostrato presto doti di reattività e visione. La sua storia non ha i contorni del talento costruito sui social: è un ragazzo riservato, poco incline ai riflettori, più vicino alla cultura del lavoro che a quella della celebrità.

Dalla Spagna all’Italia: una carriera in ascesa

Dopo gli inizi nel vivaio del Barcellona, Martínez si afferma con il Las Palmas, dove trova continuità e fiducia. Nel 2020 approda al RB Leipzig, in Germania, esperienza che lo tempra e gli permette di crescere mentalmente. Nel 2022 sbarca in Italia, al Genoa: è qui che si fa notare davvero, convincendo per maturità e presenza scenica.

L’estate del 2024 segna la svolta. L’Inter lo acquista e lo inserisce nel gruppo dei portieri, con l’obiettivo di alternarlo nelle rotazioni stagionali. Silenzioso, preciso, quasi ossessivo nel metodo, Martínez si guadagna la stima dello staff. In nazionale spagnola ha esordito nel 2021, una sola presenza ma significativa.

L’incidente di Fenegrò

La mattina del 28 ottobre 2025, intorno alle nove e mezza, Josep Martínez stava percorrendo la provinciale SP32, non lontano dal centro sportivo di Appiano Gentile. Lungo quel tratto, un 81enne di nome Paolo Saibene si muoveva su una carrozzina elettrica. Per cause ancora da accertare, il mezzo avrebbe improvvisamente deviato verso la carreggiata. L’impatto con l’auto del portiere è stato inevitabile.

Martínez si è fermato subito, ha cercato di soccorrere l’uomo e ha chiamato aiuto. Purtroppo, nonostante l’arrivo immediato di ambulanza ed elisoccorso, l’anziano è deceduto sul posto.

Il portiere è stato sottoposto ai test di rito per alcol e sostanze, risultati che — secondo quanto trapelato — sarebbero negativi. La Procura ha aperto un’indagine per omicidio stradale, atto dovuto per accertare le cause esatte della tragedia. L’Inter, profondamente colpita, ha sospeso gli impegni mediatici della giornata, annullando la conferenza stampa pre-partita.

Le indagini

Al momento le verifiche dei Carabinieri si concentrano su tre elementi: la velocità del veicolo, la visibilità del tratto e la traiettoria della carrozzina. Le prime ricostruzioni parlano di una deviazione improvvisa, forse provocata da un malore dell’uomo o da un difetto del mezzo.

Martínez, dicono i presenti, era in stato di shock ma lucido. Ha parlato con i soccorritori e ha offerto la propria versione dei fatti, rimettendosi all’esito delle indagini. Chi lo conosce, all’interno del club, lo descrive come “profondamente scosso” e “devastato per quanto accaduto”.

Il lato umano dietro il portiere

Josep Martínez non è un personaggio da copertina. È uno di quelli che, dentro lo spogliatoio, parlano poco ma non tradiscono mai la concentrazione. In campo comunica con gli occhi, con le mani, con la calma. La stessa calma che ora, probabilmente, gli serve più che mai.

In un mondo in cui tutto si trasforma in notizia o in meme, questo episodio lo riporta bruscamente alla dimensione più fragile e reale. Dietro la divisa da portiere c’è un ragazzo di ventisette anni, lontano da casa, improvvisamente dentro un dolore che non è solo suo.

L’attesa

Sarà la magistratura a stabilire come siano andate le cose. Gli accertamenti tecnici richiederanno giorni, forse settimane. Per ora resta il silenzio di Martínez, quello della famiglia della vittima, e il rispetto dei compagni di squadra, che lo hanno abbracciato in privato.

Il calcio, in questi momenti, passa in secondo piano. C’è un senso di sospensione, quasi di pudore. Una vita si è spenta, un’altra è segnata per sempre.

E il giovane portiere spagnolo, arrivato in Italia per difendere una porta, si ritrova ora a dover difendere qualcosa di molto più fragile: la propria umanità.