Ken Jacobs è stato una figura centrale del cinema sperimentale statunitense. Si è spento a Manhattan a 92 anni. Conosciuto per aver trasformato il linguaggio visivo. Grazie all’uso innovativo di materiali d’archivio e alle sue tecniche di manipolazione dell’immagine. Ha lavorato fino all’ultimo giorno. Completando alcune delle sue ultime opere. Quelle che vengono chiamate “eternalisms”. Giusto poco prima di essere ricoverato in ospedale.
La diffusione della notizia della morte di Ken Jacobs
La notizia è stata diffusa da suo figlio, Azazel Jacobs. Anch’egli regista. L’uomo è considerato un “titano del cinema sperimentale americano”. Jacobs nacque a Brooklyn. E iniziò il suo percorso come pittore sotto la guida di Hans Hoffman. Negli anni ’60 si immerse nell’underground artistico di New York. Nel pieno fermento culturale segnato da figure come Warhol e Ginsberg. Le collaborazioni con Jack Smith, tra cui i lavori “Blonde Cobra” e “Little Stabs at Happiness”, si affermarono come pietre miliari del cinema.
La carriera del grande cineasta
Insieme alla moglie Flo Jacobs fondò il Millennium Film Workshop. Un’istituzione che per decenni ha rappresentato un pilastro per gli artisti indipendenti. Durante il suo lungo insegnamento presso la Binghamton University, Jacobs ha influenzato in modo profondo generazioni di studenti e critici.
Tra cui J. Hoberman. Il suo primo lungometraggio, “Orchard Street”, documenta con intensità il Lower East Side. Mentre “Tom, Tom the Piper’s Son” segnò un punto di svolta nella sua carriera. Attraverso rallentamenti, sovrapposizioni e giochi di luce, l’opera indagava la materia filmica in modo rivoluzionario. Infatti è stata inclusa nel National Film Registry .
Esporre un mito
Le creazioni di Jacobs hanno trovato spazio nei più prestigiosi festival internazionali. Come Berlino, Londra e New York; e nelle principali istituzioni culturali. Come il MoMA. Tra i riconoscimenti ricevuti figurano il Maya Deren Award dell’AFI. Una borsa Guggenheim. E sovvenzioni da parte del National Endowment for the Arts. E anche della Rockefeller Foundation.
Jacobs lascia suo figlio Azazel e sua figlia Nisi Ariana, artista. La sua eredità risiede in un cinema che ha sempre sfidato le convenzioni. Provocando riflessioni. Trovando sempre nuove dimensioni espressive.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
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