Sono ormai anni che la scienza tenta di utilizzare organi animali per smaltire le liste di attesa dei pazienti che hanno bisogno di un trapianto. Quest’ultimo tentativo ha retto per nove giorni all’interno del corpo, ma già dopo un giorno sono risultati i primi segnali di cedimento.
Nuovo trapianto eteroplastico in Cina
La notizia arriva direttamente dall’oriente. Per la prima volta, in Cina, i medici hanno tentato di sbaragliare una nuova frontiera. E’ stato trasferito un polmone animale in un’altra creatura. Per l’esperimento è stata scelta una persona ormai encefalicamente morta. Questa notizia potrebbe aprire ulteriori strade alle possibilità dei trapianti xenogenici.
Il polmone del maiale ha retto per diversi giorni all’interno della cavia, rimanendo vitale. Pubblicati sulle riviste scientifiche, i risultati prodotti rappresentano un nuovo traguardo per i futuri interventi. Nonostante la piccola vittoria, rimane un intervento rischioso, ma altamente stimolante per gli esperti del campo. Il polmone si è rivelato un organo più particolare rispetto agli altri, avendo delle caratteristiche anatomiche e fisiologiche diverse. Con questa consapevolezza sono stati monitorati sia il funzionamento dell’organo che la reazione del sistema immunitario del paziente.
Le misure a cui è stato sottoposto l’organo prima dell’intervento
L’organo sottratto all’animale, aveva, chiaramente, subito degli accorgimenti prima di essere utilizzato. E’ stata effettuata una mutazione genetica, nella speranza di evitare il rigetto del polmone a seguito del trapianto. Difatti, il rigetto non è avvenuto subito, ma il sistema immunitario sembra aver retto per diverso tempo prima che fosse necessario un intervento da parte dei medici.
Come spiegato l’esperimento si è concluso al nono giorno, anche se i danni sono cominciati appena ventiquattro ore dopo l’innesto. L’equipe ha provveduto a mediare durante il terzo e il sesto giorno con degli anticorpi, cercando di capire come potessero sostenere il sistema immunitario il più possibile.
Lo xenotrapianto come nuova strada per la medicina
Già tre anni fa, in America, un paziente aveva ricevuto il cuore di un suino, precedentemente soggetto a mutazioni; l’intervento risultò riuscito, ma condusse anche alla morte del paziente. Lo scorso anno invece, l’organo interessato è stato un rene.
Questa nuova pratica prevede il trapianto di organi da una specie a un’altra, rappresentando la possibilità di trovare una soluzione per la carenza di organi umani sani per i trapianti e arginare le infinite liste di attesa. Sono diversi gli studi che hanno dimostrato l’effettiva possibilità pratica di questi trapianti. Reni, cuore e fegato si sono infatti dimostrati organi facilmente utilizzabili se modificati geneticamente. Rimane solo, per i dottori, capire come gestire l’organo all’interno del corpo, evitando il rigetto.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
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