Libertà pensionistica? Per Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, potrebbe voler dire uscire dal mondo del lavoro a 64 anni, non solo per chi è entrato tardi nel sistema, ma anche per chi ha una carriera lunga e iniziata prima del 1996. Un’idea che, se messa in pratica, cambierebbe la prospettiva di migliaia di lavoratori.
Chi potrebbe andarsene a 64 anni… e chi no
Durigon è netto: “64 anni possono diventare la vera soglia di libertà pensionistica”.
Al momento, però, a beneficiarne sono solo i cosiddetti contributivi puri, cioè chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. Il passo successivo, secondo il sottosegretario, sarebbe estendere la possibilità anche a chi rientra nel sistema misto. L’obiettivo è chiaro: dare più flessibilità in uscita e bloccare l’aumento automatico dell’età pensionabile previsto per il 2027.
Se non si interviene, dal 2027 l’età pensionabile salirà di tre mesi, per l’adeguamento alla speranza di vita. Durigon promette di fermare lo scatto già nella prossima manovra, spostando ogni revisione strutturale al 2029. Un’operazione che, pur avendo un costo per lo Stato, viene vista come una scelta politica prima ancora che economica.
Quota 103 e Opzione Donna: serve un cambio di passo
Quota 103 non ha avuto il successo sperato: poco più di mille richieste nell’ultimo anno.
Opzione Donna, invece, ha ormai un bacino di beneficiarie sempre più ristretto. Per Durigon, questi strumenti hanno fatto il loro tempo e servono soluzioni nuove, più ampie e inclusive. Da qui la spinta verso il traguardo dei 64 anni
Le critiche
Non mancano le voci contrarie. I sindacati ricordano che per uscire a 64 anni servono requisiti economici non alla portata di chi ha avuto stipendi bassi o carriere discontinue. C’è il rischio, dicono, che la misura diventi un privilegio per pochi. Anche parte dell’opposizione la definisce una toppa temporanea, utile per fare annunci ma non per risolvere i nodi veri del sistema previdenziale.
Dal centrosinistra arrivano accuse di propaganda: un annuncio che non risolve le disuguaglianze e non affronta il problema strutturale delle pensioni in Italia. Durigon, però, ribadisce che la direzione è tracciata: più libertà di scelta e un’età di uscita che non diventi un traguardo irraggiungibile.
Quella di Durigon è una scommessa sulla flessibilità: dare ai lavoratori la possibilità di uscire a un’età più vicina alle proprie esigenze e condizioni di salute. Ma perché diventi davvero una “soglia di libertà” e non un miraggio, servirà affrontare la questione delle carriere fragili e dei redditi bassi. Perché la libertà, in pensione, non può essere un lusso per pochi.
FAQ – Le domande più comuni
Chi può andare in pensione a 64 anni oggi?
Solo chi rientra nel regime contributivo puro, con almeno 25 anni di contributi e un assegno mensile sopra determinate soglie.
Cosa cambierebbe con la proposta di Durigon?
L’uscita a 64 anni verrebbe estesa anche ai lavoratori del sistema misto.
Quando scatterebbe l’aumento automatico dell’età pensionabile?
A gennaio 2027, con un passaggio da 64 a 64 anni e 3 mesi, salvo interventi del governo.
Quanto costerebbe bloccare lo scatto?
Il costo stimato è di qualche centinaio di milioni di euro, ma per Durigon la priorità resta politica.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






