Chi era Roberta Pitzalis, la 38enne morta per botulino dopo aver mangiato guacamole: età, cosa è successo

Serena Comito

Chi era Roberta Pitzalis, la 38enne morta per botulino dopo aver mangiato guacamole: età, cosa è successo

Doveva essere una serata di musica, sorrisi, sapori esotici. Una di quelle notti d’estate in cui la gente si ritrova, balla, mangia qualcosa al volo, ride. E invece, per Roberta Pitzalis, quella sera è diventata l’inizio di un incubo. Un destino assurdo, spietato, che si è compiuto pochi giorni dopo: una morte silenziosa, causata da una tossina invisibile nascosta nel guacamole.

Aveva solo 38 anni, Roberta. Ed era una delle partecipanti alla Fiesta Latina di Monserrato, alle porte di Cagliari. Una festa come tante. Un chiosco come tanti. Una salsa al guacamole che ha avvelenato otto persone. Ma per lei, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.

Un malore improvviso, la corsa in ospedale, la battaglia silenziosa

Roberta ha iniziato a sentirsi male nei giorni successivi alla festa. Sintomi gravi, difficoltà respiratorie. È stata ricoverata prima al Brotzu di Cagliari, poi trasferita al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Businco. Lì ha lottato per giorni, tra alti e bassi, sempre in condizioni critiche. Sembrava stabile. Ma il suo cuore ha ceduto.

Non è stato semplice capire cosa stesse accadendo. Il sospetto è arrivato solo dopo: intossicazione da botulino, una delle tossine più pericolose al mondo. E l’origine? Una porzione di guacamole, con tutta probabilità prodotta all’estero, conservata male, contaminata.

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Chi era Roberta Pitzalis: la vittima che ha un volto

Non era un numero. Non era una “paziente”. Roberta era una giovane donna di 38 anni, attiva, solare, legata alla sua terra. Non è stata ancora diffusa una sua biografia dettagliata, ma la sua storia ha già fatto il giro d’Italia. Perché il suo volto oggi rappresenta molto di più: è il volto della vittima di una leggerezza collettiva, di un sistema che talvolta sottovaluta i rischi, che mette il profitto davanti alla sicurezza.

A ricordarla non sono solo familiari e amici, ma un’intera comunità. Sconvolta. Incredula. E giustamente arrabbiata.

Cosa è successo davvero alla Fiesta Latina?

L’episodio risale a fine luglio, durante l’evento “Fiesta Latina” a Monserrato. In uno dei chioschi – gestito da Cristian Gustavo Vincenti, ora indagato dalla Procura di Cagliari – veniva servito guacamole preparato altrove, probabilmente importato.

Otto persone hanno accusato sintomi compatibili con il botulino: nausea, paralisi, insufficienza respiratoria. Tra loro anche un bambino di 11 anni, ora ricoverato in gravi condizioni al Gemelli di Roma. Ma Roberta è la prima vittima accertata.

L’inchiesta è in pieno svolgimento. Si parla di lesioni colpose e commercio di alimenti nocivi, ma anche di controlli insufficienti, autorizzazioni troppo leggere e una catena di responsabilità tutta da chiarire.

La domanda che resta

Com’è possibile morire per una salsa?
Com’è possibile che in un evento pubblico, con licenze, autorizzazioni, personale e norme igieniche da rispettare, possa circolare un prodotto letale?

È questo che oggi si chiedono in tanti. E a questa domanda dovranno rispondere le autorità.

Nel frattempo, le manifestazioni estive con street food in Sardegna sono state sospese. Alcuni lotti di guacamole sono stati ritirati dal commercio. Ma tutto questo non restituirà Roberta alla sua famiglia.

FAQ

Chi era Roberta Pitzalis?
Una donna di 38 anni, residente in Sardegna, deceduta dopo aver contratto il botulino consumando guacamole durante la Fiesta Latina di Monserrato.

Cosa ha causato la sua morte?
Una grave intossicazione da botulino, presumibilmente legata al consumo di guacamole contaminato.

Quante persone sono rimaste intossicate?
Otto, tra cui anche un bambino di 11 anni attualmente ricoverato in gravi condizioni.

Cosa sappiamo sul chiosco incriminato?
Era gestito da Cristian Gustavo Vincenti. La Procura ha aperto un’inchiesta e il titolare è indagato.

Cosa sta facendo la Regione Sardegna?
Ha disposto il ritiro dal commercio dei lotti sospetti e la sospensione delle attività di street food nelle manifestazioni pubbliche.