Evyatar David, ad oggi, è un nome tristemente noto. Il giovane israeliano, di soli 24 anni, rapito da Hamas il 7 ottobre 2023 è apparso di recente in un video drammatico dai tunnel di Gaza. Il pensiero corre subito alla madre, Galia David diventata figura simbolo di dolore e resilienza, con un volto che racconta la sofferenza di tutte le famiglie degli ostaggi. Ma chi è Galia e come sta vivendo questi interminabili mesi di attesa?
Origini e vita privata di Galia David
Di Galia David si conosce poco sul piano privato. Vive in Israele con la sua famiglia e ha sempre condotto una vita riservata, lontana dai riflettori. La notorietà le è piombata addosso solo dopo il rapimento del figlio Evyatar, ventiquattrenne, catturato durante il festival Nova nel deserto del Negev, il giorno dell’attacco di Hamas contro Israele.
Dal 7 ottobre 2023 la sua quotidianità è cambiata radicalmente. Galia è diventata una delle voci delle famiglie degli ostaggi, partecipando a conferenze stampa e incontri con delegazioni internazionali. I media israeliani e stranieri l’hanno più volte raccontata con le lacrime agli occhi, testimone di un dolore che non conosce tregua.
L’impatto dei video di Hamas
Il 3 agosto 2025 Hamas ha diffuso un video scioccante in cui Evyatar appare emaciato, costretto a scavare quella che lui stesso definisce la propria tomba in un tunnel sotterraneo. Galia non ha avuto la forza di guardare il filmato. Solo il marito lo ha visto, mentre lei e la figlia hanno scelto di proteggersi da un dolore insopportabile.
La loro scelta ha trovato comprensione in tutto il Paese. Quei video non sono solo una prova di vita, ma anche un’arma di propaganda che infligge alle famiglie un tormento psicologico continuo.
L’impegno pubblico e gli appelli internazionali
Nonostante la sofferenza, Galia David ha trasformato il dolore in azione. Negli ultimi mesi ha incontrato funzionari della Croce Rossa chiedendo corridoi umanitari per cibo e medicinali destinati agli ostaggi. Ha partecipato a manifestazioni a Tel Aviv, spesso nella celebre Hostage Square, dove le famiglie invocano un accordo per riportare a casa i loro cari.
I suoi appelli sono stati rilanciati anche dai media internazionali. “Viviamo nell’angoscia ogni giorno. Evyatar e gli altri non possono aspettare oltre. Hanno bisogno di aiuto ora”, ha dichiarato con voce ferma, trasformando il dolore in un grido rivolto al mondo.
Una madre simbolo della tragedia degli ostaggi
La storia di Galia David non è solo quella di una madre che attende. È il racconto di una donna che, pur schiacciata dal peso di un’angoscia quotidiana, ha trovato il coraggio di alzare la voce. La sua immagine è ormai legata a quella delle madri coraggio, che in Israele e nel mondo trasformano un dramma personale in un movimento collettivo di speranza e pressione diplomatica.
In ogni intervista, in ogni apparizione pubblica, Galia ricorda a tutti che dietro la parola “ostaggio” ci sono volti, storie e famiglie. E che per suo figlio, come per gli altri, il tempo scorre inesorabile.
FAQ su Galia David
Chi è Galia David?
È la madre di Evyatar David, ostaggio israeliano rapito da Hamas il 7 ottobre 2023.
Galia David ha parlato pubblicamente del figlio?
Sì, ha partecipato a conferenze stampa e manifestazioni, ma ha scelto di non guardare l’ultimo video diffuso da Hamas.
Dove vive Galia David?
Vive in Israele, insieme al marito e agli altri figli.
Perché la sua storia è diventata simbolo?
Perché rappresenta la sofferenza e la resilienza delle famiglie degli ostaggi israeliani ancora prigionieri a Gaza.
–

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






