È un nome che fa subito alzare le sopracciglia, anche tra i non credenti. Camillo Ruini, classe 1931, è uno di quei personaggi che hanno attraversato da protagonisti la politica italiana – pur senza mai candidarsi a nulla. E oggi, a 94 anni, torna a far parlare di sé per un’intervista in cui elogia Giorgia Meloni, frena su Pier Silvio Berlusconi e manda un messaggio chiaro: la politica italiana è cambiata, ma i valori contano ancora.
Ma chi è davvero questo cardinale così influente, e perché le sue parole pesano ancora?
Un cardinale con il passo del leader
Camillo Ruini è nato a Sassuolo, in Emilia-Romagna, nel 1931. Ordinato sacerdote nel 1954, ha fatto carriera all’interno della Chiesa come teologo e poi come uomo di vertice. Ma il grande pubblico ha imparato a conoscerlo quando, nel 1991, è stato nominato presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) – incarico che ha mantenuto fino al 2007.
Per molti anni, è stato il “braccio politico” di Papa Giovanni Paolo II in Italia. In un’epoca in cui la Chiesa voleva dire la sua su temi come aborto, eutanasia, famiglia, unioni civili, Ruini è stato l’uomo che portava quelle istanze nel dibattito pubblico. Sempre con fermezza. Mai con compromessi.
Nel 2005, dopo la morte di Wojtyla, partecipò al Conclave da cardinale elettore. Con l’arrivo di Benedetto XVI, il suo ruolo pubblico si affievolì, ma mai del tutto.
L’intervista che fa discutere
In questi giorni, Ruini è tornato a parlare pubblicamente in un’intervista che ha attirato attenzione. Non tanto per quello che ha detto… ma per come lo ha detto.
Parlando di Giorgia Meloni, Ruini non ha usato mezzi termini:
<em>“Meloni governa bene”</em>, ha dichiarato, elogiando la sua capacità di richiamare i valori cristiani e di rappresentare un’Italia “più radicata”. Secondo lui, la premier ha attorno a sé figure di valore – in particolare Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e giurista cattolico, da sempre stimato negli ambienti ecclesiastici.
Insomma, un messaggio chiaro: la Chiesa può dialogare con questo governo. E, in certi casi, anche appoggiarlo. Senza nostalgie per la vecchia Democrazia Cristiana. Anzi: Ruini ha ribadito che oggi i credenti possono impegnarsi “in qualunque partito”, a patto di restare fedeli alla propria identità.
E Berlusconi? Il padre sì. Il figlio… ni
L’altra parte dell’intervista che ha fatto notizia riguarda Pier Silvio Berlusconi. Alla domanda se vedesse in lui un possibile erede politico del padre, Ruini ha risposto con realismo:
“Non la vedo come una prospettiva. Silvio Berlusconi aveva carisma. Ma certi talenti difficilmente si trasmettono da padre in figlio.”
Una frase netta. Che molti giornali hanno rilanciato con titoli roboanti: “Ruini boccia Pier Silvio”. Ma il cardinale ha poi voluto precisare: non si assume la responsabilità di quei titoli sensazionalistici. E ha ricordato il rapporto di stima che aveva con il Cavaliere, definito “una persona con cui c’era amicizia, anche se con differenze culturali”.
Perché queste parole contano ancora
Ruini non è più in prima linea da anni. Eppure, quando parla, lo si ascolta. Non solo perché rappresenta una parte importante del cattolicesimo italiano, ma perché ha sempre avuto il polso della società e della politica.
Nel tempo in cui molti si interrogano sul ruolo della Chiesa nei nuovi equilibri – tra sovranismo, liberalismo e disaffezione – le sue parole sembrano indicare una linea:
- No al ritorno del partito cattolico unico.
- Sì all’impegno dei credenti nei partiti esistenti, se coerenti con certi valori.
- Apertura a Meloni, ma senza fanatismi.
- Nessuna illusione dinastica sul nome Berlusconi.
Domande frequenti sul cardinale Ruini
Quanti anni ha Camillo Ruini?
È nato il 19 febbraio 1931. Ha 94 anni.
Che ruolo ha avuto nella Chiesa italiana?
È stato presidente della CEI dal 1991 al 2007 e vicario del Papa per Roma. Figura influente nel dialogo tra fede e politica.
Ha mai fatto politica?
Non è mai stato candidato, ma ha avuto un ruolo centrale nel portare le istanze cattoliche nel dibattito pubblico italiano.
Cosa pensa di Giorgia Meloni?
La ritiene una leader che governa bene e rappresenta valori cristiani.
E Pier Silvio Berlusconi?
Secondo lui, non ha il carisma politico del padre, e non lo vede come futuro leader.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






