Te lo ricordi il giorno in cui è morto Papa Wojtyla? Per molti è uno di quei momenti che non si dimenticano. Era il 2 aprile 2005, un sabato sera. Pioveva in tante città d’Italia. Ma nel cuore di milioni di persone si era già spento qualcosa. Alle 21:37, è arrivata la notizia: Giovanni Paolo II non c’era più.
Aveva 84 anni. Se n’è andato nella sua stanza in Vaticano, circondato da preghiere, silenzio e lacrime. Da giorni si sapeva che stava male. Ma quando è successo davvero, ha fatto male lo stesso.
Leggi anche:
Chi è Matteo Maria Zuppi: il “prete di strada” tra i papabili successori di Papa Francesco
Quanto è durato il suo pontificato?
Tanto. Ma proprio tanto.
26 anni, 5 mesi e 17 giorni. Hai letto bene. Quasi tre decenni. È stato uno dei Papi più longevi della storia della Chiesa. Il terzo, per la precisione, dopo San Pietro e Pio IX.
Ha vissuto tutto: la Guerra Fredda, la caduta del Muro, l’attentato in piazza San Pietro, il nuovo millennio. Sempre lì, a parlare con la gente, ad abbracciare bambini, a viaggiare. Ha girato il mondo come nessun Papa prima di lui.
Quando è stato eletto Papa?
16 ottobre 1978. Una data storica. Karol Wojtyła, arcivescovo di Cracovia, viene eletto Papa. Uno shock per tutti. Era il primo non italiano dopo più di 450 anni. Un Papa polacco, giovane, sportivo, diverso.
Appena si affaccia al balcone, la voce rotta dall’emozione, dice:
“Se mi sbaglio, mi corrigerete.”
E da lì è iniziato tutto. Viaggi, incontri, discorsi storici, lacrime, sorrisi, battaglie. È entrato nel cuore di tutti.
E oggi?
A distanza di anni, Papa Wojtyla è ancora amatissimo. C’è chi tiene la sua foto sul comodino. Chi lo prega. Chi lo considera un esempio di forza, fede, umanità.
È diventato santo nel 2014, a tempo di record. Ma per molti lo era già da prima.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore