Cosa succede quando un ragazzo di 21 anni progetta una tecnologia in grado di trasformare plastica in carburante? E se poi quel ragazzo sparisce nel nulla dopo aver detto di sentirsi “sotto attacco”?
La storia di Julian Brown sembra scritta per un film, ma è vera. E si sta consumando proprio ora, tra la preoccupazione dei suoi follower, il silenzio delle autorità e una madre che dice: “Mio figlio è al sicuro, ma non posso dire dove si trova”.
Chi è Julian Brown?
Julian Brown è un giovane inventore di Atlanta, Georgia. Classe 2004, autodidatta, curioso, geniale. Un volto giovane e uno sguardo intenso, diventato virale su TikTok e Instagram, dove raccontava il suo progetto visionario: trasformare la plastica in carburante, dal proprio garage.
Lo ha chiamato Plastoline, ed è qualcosa che ha dell’incredibile. Un dispositivo che – sfruttando microonde e pannelli solari – ricicla rifiuti plastici producendo benzina, diesel e persino jet fuel. Tutto alimentato da energia rinnovabile. Niente fumo, niente odori. Solo una piccola macchina che potrebbe, un giorno, rivoluzionare l’industria del riciclo.
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Un’idea nata in garage (e diventata virale)
Julian non è un ricercatore universitario, né un ingegnere formato da multinazionali. È un ragazzo che ha studiato da solo, ha sbagliato, ha provato, si è ustionato con una delle sue prime versioni dell’invenzione (ustioni di secondo grado, documentate in video), ma non ha mai mollato.
Con il suo brand NatureJab, ha lanciato raccolte fondi, attirato l’attenzione del co-fondatore di Reddit Alexis Ohanian, e costruito una community enorme attorno a un’idea concreta: “possiamo riciclare la plastica e alimentare il mondo”.
La scomparsa: cosa è successo davvero?
Il 9 luglio 2025, Julian pubblica un video preoccupante. È visibilmente agitato, parla di “attacchi su più fronti” e dice: “Registrate questo video. Qualcosa sta succedendo. Non è paranoia. È reale.”
Poi il silenzio.
Sui suoi profili social, da allora, nessuna notizia. Nessun aggiornamento. Niente. I follower cominciano a preoccuparsi. Alcuni ipotizzano un crollo emotivo, altri parlano di minacce, altri ancora si spingono oltre: “Lo hanno fatto sparire”.
In effetti, Julian aveva raccontato pochi giorni prima di sentirsi inseguito da un elicottero nero, in mezzo al nulla, mentre testava Plastoline.
Non è un dettaglio da poco.
Il ritrovamento (a metà)
Il 29 luglio, Nia Brown, la madre, rompe il silenzio:
“Julian è vivo. È al sicuro. Ma per proteggerlo non posso dire dove si trova né in che condizioni.”
Parole che rincuorano, ma non risolvono il mistero. Anche perché la polizia di Atlanta ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna denuncia di scomparsa a suo nome.
Quindi: è scomparso o no? È nascosto? È sotto protezione? Sta bene davvero?
Le domande restano, e la storia continua a far discutere.
Perché la sua invenzione fa paura?
Non è fantascienza. Plastoline funziona. I test video mostrano la plastica che si scioglie, i gas che vengono raccolti e condensati, il risultato: combustibile. Con un’efficienza che ha attirato l’interesse (e forse anche l’insofferenza) di chi ha interesse a non vedere nascere alternative al petrolio.
Lo sapevi che il settore petrolifero tradizionale è uno dei più protetti e chiusi al mondo? Che l’industria del riciclo, in molti paesi, è un business poco trasparente?
Julian Brown ha toccato nervi scoperti. Senza tutele. Da solo.
E adesso?
La community spera che Julian torni presto a farsi vedere. Che possa continuare il suo lavoro. Che non venga dimenticato. Intanto, online, i video dei suoi esperimenti continuano a girare. E il nome Plastoline è diventato un simbolo.
Di coraggio. Di visione. Ma anche di vulnerabilità.
FAQ
Chi è Julian Brown?
Un inventore di Atlanta, 21 anni, diventato celebre per una tecnologia che trasforma plastica in carburante.
Cosa ha inventato?
Un sistema chiamato Plastoline, basato su pirolisi con microonde alimentate da energia solare.
È davvero scomparso?
Ha pubblicato un video allarmante il 9 luglio 2025, poi è sparito dai social. La madre ha dichiarato che è vivo ma non ha dato ulteriori dettagli.
Ci sono prove che sia stato minacciato?
Lui stesso ha detto di sentirsi seguito e sotto attacco. Ma non esistono conferme ufficiali.
Perché se ne parla tanto?
Perché il suo progetto tocca temi delicatissimi: ambiente, energia, innovazione indipendente. E perché la sua sparizione è ancora, in parte, un mistero.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






