Chi è Abdelmadjid Tebboune, il presidente dell’Algeria che tratta con l’Italia di Meloni? Età, carriera e accordi firmati

Daniela Devecchi

Abdelmadjid Tebboune classe 1945, 79 anni compiuti, guida l’Algeria dal 2019 e ha appena iniziato un secondo mandato, dopo una rielezione – nel 2024 – che ha fatto discutere per le percentuali altissime.

Tebboune non è un outsider, né un politico da slogan. È uno di quelli cresciuti nell’apparato, passato per tutti i ruoli: prefetto, ministro, premier per un breve periodo. La sua forza? La rete interna e il sostegno dell’esercito, da sempre ago della bilancia in Algeria.

Roma chiama, Algeri risponde: cosa è successo il 23 luglio

Il 23 luglio 2025 non è stata una giornata qualunque per i rapporti Italia–Algeria. Tebboune è arrivato a Roma con una delegazione imponente e ha incontrato la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi non per semplice visita istituzionale. L’obiettivo era chiaro: rafforzare un asse che negli ultimi anni è diventato sempre più strategico.

E i risultati non si sono fatti attendere.

Gli accordi firmati con Meloni: energia, migranti, sicurezza

Durante l’incontro sono stati firmati sette accordi tra i due governi. Ecco i più significativi:

Energia, il cuore dell’intesa

L’energia è da anni il pilastro della cooperazione tra Italia e Algeria. In questo incontro, Eni ha rinnovato e ampliato la sua intesa con Sonatrach, la compagnia nazionale algerina. Si parla di nuovi investimenti, soprattutto nel giacimento di Zemoul El Kbar, nel cuore del Sahara.

L’Algeria resta uno dei principali fornitori di gas per l’Italia, e la collaborazione non fa che crescere.

Migranti, stretta sui rimpatri (ma anche formazione)

Un altro punto caldo riguarda i flussi migratori. L’accordo prevede più rimpatri ma anche canali legali per giovani algerini in cerca di lavoro. L’idea è creare percorsi regolari, riducendo le partenze irregolari. Una formula che piace a Meloni e che l’Italia sta cercando di replicare con altri Paesi africani.

Sicurezza: lotta al terrorismo condivisa

C’è poi la sicurezza. Italia e Algeria hanno firmato un’intesa per scambi di informazioni sul terrorismo jihadista, con particolare attenzione al Sahel, dove Algeri gioca un ruolo fondamentale.

Un nuovo cavo sottomarino tra Algeria e Sicilia

Tra i progetti più curiosi e innovativi c’è quello di un cavo in fibra ottica sottomarino che collegherà Annaba alla Sicilia. Un’infrastruttura digitale pensata per rafforzare la connettività tra Europa e Nord Africa. Un piccolo passo, ma molto simbolico.

Il giorno dopo: Tebboune in Vaticano

Oggi, 24 luglio, il presidente algerino ha varcato i cancelli del Vaticano. È stato ricevuto da Papa Francesco in un clima disteso e cordiale. Non succedeva da più di vent’anni che un capo di Stato algerino incontrasse il Pontefice.

Hanno parlato di convivenza religiosa, del ruolo di Sant’Agostino – figura amata sia in Algeria che in Italia – e della tutela delle minoranze cristiane. Un gesto di apertura che segna un cambio di tono nei rapporti tra Santa Sede e mondo arabo.

Perché tutto questo ci riguarda

La verità è che l’Algeria è sempre più vicina all’Italia. Non solo per il gas, ma per una visione comune su migrazioni, sicurezza e sviluppo. In un Mediterraneo instabile, avere partner affidabili diventa cruciale.

Tebboune sa bene che Roma può essere la porta verso l’Europa. E Meloni sa che Algeri è un alleato chiave per regolare ciò che accade a sud.

Un presidente forte, ma discusso

Tutto perfetto, allora? Non proprio. La rielezione di Tebboune nel 2024 ha sollevato molte perplessità. Le percentuali da plebiscito (oltre il 90%) e l’assenza di una vera opposizione hanno fatto storcere il naso a più di un osservatore.

Dentro l’Algeria, c’è ancora molta tensione. L’economia fatica a diversificarsi, la disoccupazione giovanile è alta, e i segnali di apertura democratica restano timidi. Ma sul piano internazionale, Tebboune si muove con disinvoltura. E questo, oggi, basta per farsi ascoltare.