Aveva solo 45 anni, e quella mattina stava andando al lavoro in sella alla sua moto. Un giorno qualunque, una strada che conosceva bene. Ma Aniello Savarese non è mai arrivato a destinazione. Un impatto violento, improvviso, e tutto si è fermato lì: sulla ex statale Sannitica, nel territorio di Caivano. Il suo nome, adesso, è sulle bocche di tutti. E dietro a quel nome, c’era una vita normale. Una vita che non c’è più.
Una curva, un’auto, una collisione fatale
Erano da poco passate le 7:00 del mattino, il traffico iniziava ad animare l’ingresso della zona industriale ASI, dove ogni giorno decine di pendolari arrivano per lavorare. Aniello stava percorrendo quel tratto in moto, come faceva spesso.
Ma in quel momento, un’auto guidata da un operaio 49enne stava svoltando per entrare nell’area industriale. La manovra, secondo le prime ricostruzioni, è stata improvvisa. Non c’è stato tempo per frenare. La moto si è schiantata contro la vettura. Il corpo di Aniello è stato sbalzato a diversi metri di distanza. Quando sono arrivati i soccorsi, non c’era più nulla da fare.
Chi era Aniello?
Originario di Maddaloni, nel Casertano, Aniello Savarese era conosciuto da chi vive nella zona come una persona semplice, riservata, appassionata di motori. Non un ragazzo spericolato. Uno di quelli che si alzano presto, lavorano, tornano a casa tardi senza far rumore.
Chi lo conosceva parla di un uomo gentile, sempre pronto a dare una mano. Non cercava visibilità , ma amava la sua moto. Per lui, era un mezzo per andare e tornare, ma anche uno spazio di libertà .
Un tratto di strada pericoloso
Chi guida ogni giorno sulla Sannitica lo sa: quel tratto di strada, soprattutto nei pressi dell’accesso all’area ASI, è tra i più pericolosi della zona. Traffico intenso, visibilità ridotta, mezzi pesanti e svolte improvvise. Non è la prima volta che succede un incidente lì. Ma questa volta ci ha rimesso la vita un uomo, e dietro quell’uomo c’è una famiglia, ci sono amici, colleghi.
Secondo i carabinieri della compagnia di Caivano, è possibile che sia coinvolto anche un terzo veicolo. Le indagini sono in corso, e saranno i rilievi a chiarire l’esatta dinamica.
Il dolore e il silenzio
A Maddaloni e Caivano la notizia ha lasciato sgomenti. In tanti, sui social, hanno scritto messaggi di cordoglio. C’è chi ha postato una foto di Aniello con la sua moto, chi ha ricordato una battuta, un gesto gentile. Nessuno si aspettava una fine così improvvisa.
Aniello non era un personaggio pubblico. Ma ora tutti sanno chi era.
Era uno come tanti. Uno che lavorava, che viveva senza clamore. E che ha perso la vita in un modo assurdo, ingiusto, troppo frequente sulle nostre strade.

Sono giornalista pubblicista laureata in letteratura e content manager con una grande passione per la scrittura






