Chi era Luciano Sandrin, l’imprenditore settantacinquenne, morto in un incidente durante una gara di Rally?

Giorgia Tedesco

Luciano, un uomo di 75 anni residente a Ponzano Veneto, provincia di Treviso, è tragicamente deceduto mentre assisteva al rally di Cassino. Vi partecipava il nipote. All’improvviso una macchina è uscita di strada e i detriti di un muro di recinzione lo hanno colpito.

L’avvio delle indagini sulla morte di Sandrin Luciano

La procura di Cassino ha avviato un’inchiesta. L’idea è di approfondire le responsabilità dell’incidente. Sandrin è stato inizialmente ricoverato all’ospedale con una ferita superficiale alla testa e appariva cosciente dopo l’incidente.

Tuttavia, gli esami ospedalieri hanno rivelato però lesioni ben più gravi. Come quelle interne al fegato e alla milza. Queste ultime hanno reso necessario l’intervento chirurgico che si è poi rivelato insufficiente per salvarlo.

La notizia della sua morte si è diffusa rapidamente, causando profonda commozione nella comunità. Il sindaco, Antonello Baseggio, ha espresso parole di cordoglio per la famiglia, ricordando Sandrin come una persona calorosa e appassionata.

La passione di Sandrin Luciano

Il rally era una parte importante della sua vita: sia i figli che i nipoti sono piloti in ambito sportivo grazie a una tradizione familiare che Sandrin aveva coltivato negli anni. Il drammatico incidente è avvenuto durante una prova speciale tenutasi a Cavone.

Sandrin si trovava in una zona considerata vietata al pubblico perché ritenuta pericolosa dagli organizzatori del rally. Secondo le prime ricostruzioni della polizia e dei carabinieri, la vettura numero 39 è uscita di strada, colpendo il muro che ha causato la caduta dei detriti.

La reazione del figlio Sandrin Luciano

Nonostante la tragica perdita, Andrea Sandrin, figlio della vittima, ha chiesto che la competizione non venisse sospesa. Andrea durante un punto stampa ha spiegato che il padre avrebbe desiderato che la gara continuasse.

Sottolineando che si è trattato di una fatalità e non vi sono responsabilità imputabili né all’organizzazione né ai partecipanti, ha ribadito il desiderio del padre per il prosieguo del rally, sua grande passione. Questa scelta contrasta con quella avanzata da Rendina, campione del mondo, che aveva invece richiesto la sospensione della competizione.