Diana nacque a Torino nel ’37 e morì a Napoli quattro anni fa. Fu una giornalista e una politica del nostro Paese, oltre che Senatrice della Repubblica. Fu anche la moglie dell’ineguagliabile Emilio. La ricordiamo oggi dopo la scomparsa dell’amato marito.
Biografia di una senatrice: Diana de Feo
Diana fu la figlia di Itali de Feo, storico personaggio a direzione della Rai e politico italiano. Suo padre fu anche a capo dell’ufficio stampa del Comitato di Liberazione Nazionale. Visse a Napoli e sposò il collega Emilio nel ’65. Insieme ebbero due bambine. L’anno successivo si iscrisse all’Ordine dei Giornalisti. Morì in seguito a una difficile malattia.
La coppia rimase insieme per quasi sessant’anni. Emilio descrisse sempre il loro rapporto come solido e profondo. Resistettero a diverse intemperie, incluse svariate vicende giudiziarie. Fede spiegò di essersi reso conto che a causa del lavoro fu un marito molto assente, ma ringraziò ogni giorno per l’infinita vicinanza della moglie e il sostegno che gli offrì ogni giorno.
La carriera di Diana de Feo
Collaborò con Favilla per vent’anni, nella storia rubrica del TG1. All’epoca sotto la cura di Ponti. Gli anni precedenti lavorò sempre nel TG1, ma per la redazione Cronache del Lavoro e dell’Economia. Ricoprì il ruolo di inviata speciale per eventi di arte e cultura.
Berlusconi la invitò ad entrare nel campo politico insieme a lui e si candidò come Senatrice con il suo partito. Venne eletta con la decima posizione in lista. Prese parte alla sedicesima legislatura e divenne membro della settima Commissione Istruzione Pubblica e beni culturali. Ma anche della Commissione Straordinaria per il controllo dei prezzi e per il Comitato Parlamentare Schengen.
Dodici anni fa decise di non ricandidarsi al Parlamento.
Le vicende giudiziarie di Diana de Feo
La De Feo fu comproprietaria di una storia villa del napoletano. Italia Nostra la denunciò per la struttura abusiva e vennero applicati i sigilli. Furono rivelati lavori abusivi in corso all’epoca. L’evento aprì un’inchiesta nei suoi confronti. Le accuse riguardavano lavori interni ed esterni all’edificio senza le dovute autorizzazione.
Furono manomesse tutte le decorazioni neoclassiche della villa. Questa senza alcuna autorizzazione, considerando soprattutto che si trattava di un bene tutelato dal codice sui beni monumentali. Che imponeva dei vincoli grazie alla legge del ’39. L’esito del procedimento penale non venne divulgato.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
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