Chi sono gli attori che hanno firmato gli appelli su Israele e Palestina: polemiche e retroscena che stanno scuotendo il cinema

Serena Comito

Chi sono gli attori che hanno firmato gli appelli su Israele e Palestina: polemiche e retroscena che stanno scuotendo il cinema

A volte il cinema diventa campo di battaglia, senza bisogno di effetti speciali. Quest’anno la Mostra di Venezia non è stata solo tappeto rosso e applausi: le discussioni più forti sono nate lontano dalle sale, tra una firma e l’altra. C’è chi ha scelto di schierarsi con Israele. C’è chi ha chiesto voce per la Palestina. E c’è chi, senza volerlo, si è trovato dentro una bufera di nomi, lettere aperte, precisazioni.

Due lettere, due mondi: Israele e Palestina in scena

Tutto è iniziato da due appelli. Due testi pubblici, due “liste” che hanno raccolto centinaia di firme di artisti, attori e registi da tutto il mondo.
Il primo è quello pro Israele, lanciato dall’associazione americana Creative Community for Peace. Il secondo, Venice4Palestine, ha unito una folta rappresentanza di cinema italiano ed europeo, chiedendo di difendere i diritti dei palestinesi e dare voce a chi spesso resta invisibile.

Sembra la trama di un film, e invece è successo davvero: tra dichiarazioni forti, marce indietro e silenzi imbarazzati, il mondo dello spettacolo si è trovato a discutere come forse non succedeva da anni.

Le star mondiali che hanno firmato l’appello per Israele

Ci sono nomi che, se li senti, non puoi ignorarli.
Gal Gadot, simbolo di Israele a Hollywood, ha messo la sua firma. Poi Jerry Seinfeld, Jamie Lee Curtis, Helen Mirren, Michael Douglas, Chris Pine, Mark Hamill.
E ancora: Liev Schreiber, Zachary Levi, Debra Messing, Mayim Bialik, Julianna Margulies, Patricia Heaton, Andy García, Sharon Osbourne, Selma Blair, Howie Mandel.
Un elenco lunghissimo, più di 700 firme: attori, registi, musicisti, gente che di solito ti aspetti di vedere ai premi Oscar, non su un manifesto di condanna contro la guerra.

Cosa chiedevano? Una cosa chiara: stop alla violenza contro Israele, condanna netta di Hamas, solidarietà con chi subisce attacchi e vive nel terrore.
“Non restiamo in silenzio”, è la frase che risuona più forte. E il mondo dei social, inevitabilmente, si divide: applausi, critiche, chi chiede “dove eravate prima”, chi li ringrazia.

L’altra faccia della medaglia: l’appello per la Palestina e la “tempesta” italiana

Poi arriva il fronte opposto.
Venice4Palestine raduna quasi 1.500 firme: registi, attori, scrittori, musicisti, anche stranieri, ma soprattutto tantissimi italiani. L’obiettivo? Chiedere che il Festival prenda posizione, che non ospiti chi sostiene politiche giudicate oppressive, che venga data voce a registi e artisti palestinesi.

Tra i firmatari italiani spuntano nomi che hanno fatto la storia del nostro cinema:
Carlo Verdone, Marco Bellocchio, Toni e Peppe Servillo, Mario Martone, Matteo Garrone, Alba e Alice Rohrwacher, Valeria Golino, Laura Morante, Jasmine Trinca, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Francesca Comencini, Roberto Andò.
Se li leggi tutti, ti chiedi: ma allora la cultura è davvero schierata? O è solo paura di restare fuori dal coro?

La polemica dei “dietrofront”: Verdone, Servillo e il caso delle firme scomode

E qui il film prende una piega imprevista.
Carlo Verdone lo ammette senza giri di parole: “Mi sono fidato di chi mi ha proposto la firma, ma non volevo partecipare a un’esclusione. La censura, per me, non è mai la risposta.”
Toni Servillo è sulla stessa linea: prudenza, rispetto per tutti, niente caccia alle streghe.
Basta una parola malintesa, e la discussione diventa personale. Qualcuno si dissocia, qualcuno si pente, qualcuno si sente “usato” a sua insaputa.
Non ti viene da pensare che, sotto sotto, anche gli artisti siano uomini e donne normali, con dubbi, paure, idee che cambiano?

La Mostra, la libertà e il ruolo dell’arte

Il Festival di Venezia, in tutto questo, diventa più di un evento glamour. È un simbolo, una cartina tornasole di quello che succede fuori dal cinema.
C’è chi dice che la cultura deve restare neutra, chi la vuole invece sempre schierata con chi soffre. La verità? Forse sta nel mezzo: la vera arte non è mai solo un riflesso del potere, ma nemmeno solo protesta.
Basta guardare le reazioni: c’è chi applaude il coraggio di esporsi, chi accusa di ipocrisia, chi semplicemente si limita a non firmare nulla.

FAQ – Tutto in breve

Chi sono i volti famosi che hanno firmato per Israele?
Gal Gadot, Jerry Seinfeld, Michael Douglas, Jamie Lee Curtis, Helen Mirren, Mark Hamill, Chris Pine, Zachary Levi, Debra Messing, Mayim Bialik, Sharon Osbourne, Andy García, tra tantissimi altri.

E quelli italiani che hanno firmato l’appello pro Palestina?
Carlo Verdone, Toni e Peppe Servillo, Marco Bellocchio, Mario Martone, Alba e Alice Rohrwacher, Valeria Golino, Jasmine Trinca, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Matteo Garrone, Laura Morante, Francesca Comencini e molti altri.

Cosa chiedevano questi appelli?
Quello pro Israele: condanna della violenza e sostegno a Israele contro Hamas. Quello pro Palestina: più spazio agli artisti palestinesi, meno ospitalità a chi sostiene Israele, e attenzione ai diritti umani.

Qualcuno si è dissociato dopo aver firmato?
Sì, alcuni hanno chiarito la propria posizione, chiesto di non essere strumentalizzati o addirittura si sono detti pentiti di aver firmato senza capire tutte le sfumature.