Una maschera antigas, un computer e un corpo: questo è il sinistro scenario che ha sconvolto l’intera Roseto. La morte di un ragazzo mette in allarme i genitori, gli investigatori iniziano gli accertamenti e sequestrano i dispositivi presenti in casa.
La scoperta e l’ipotesi del suicidio
A Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, una famiglia normale è stata sconvolta da un orribile scoperta. Una madre e un padre qualunque hanno rinvenuto il proprio figlio senza vita davanti al computer. I soccorsi sono stati immediatamente contattati ma non hanno potuto far altro che constatare il decesso del ventisettenne.
Il ragazzo aveva sul viso una maschera antigas, quei prototipi comuni nei settori edili. Ad essa era stato collegato un refrigerante, trovabile in commercio. L’ipotesi più concreta per adesso sembra essere quella di un gesto volontario, forse spinto da una qualche sfida online. Sono stati disposti ulteriori accertamenti da parte della procura, per ricostruire i dettagli di quanto accaduto.
Gli investigatori hanno preso sotto sequestro la maschera che Lorenzo indossava, ma anche i suoi dispositivi: tutto ciò che è stato ritrovato in casa, dai telefoni al computer. Il cadavere rimane a disposizione delle autorità giudiziarie in attesa dell’esame autoptico che chiarirà definitivamente i dubbi sul decesso.
L’impegno nella comunità di Lorenzo e il commiato comunale
Lorenzo era un ragazzo come tanti altri, amava gli animali e le moto da cross. Si era diplomato e poi aveva studiato all’Università di Teramo, laureandosi in Scienze della Comunicazione. Di Loreto e ha sempre lavorato. Soprattutto nell’ambito dell’informatica. Viene ricordato e descritto come un ragazzo gentile, pacato, a cui tutti volevano bene. Un tipo discreto, dedito alle sue passioni e che in passato aveva fatto anche volontariato.
Il primo cittadino, Nugnes, parla di lui in un messaggio pubblico. L’ha incontrato, Lorenzo, mentre aiutava nel Grest parrocchiale. Il sindaco e l’intera amministrazione hanno mostrato la propria vicinanza alla famiglia, costernati e sconvolti anche loro, come l’intera cittadina, dalla tragedia consumatasi. E’ importante anche il sollecito di Nugnes in cui sprona la comunità: non lasciare mai indietro nessuno, coltivare i rapporti, parlare, ascoltare, stare vicini gli uni agli altri, affinché nessuno si senta mai sopraffatto dalle proprie difficoltà.
Il fenomeno del Blu Whale e i numeri da contattare in caso di pericolo
Ricordiamo tutti il periodo spaventoso segnato dalle Blu Whale Challenge, le sfide online che spingevano le persone al suicidio. Il web è un posto interessante, dove ci si può informare sui propri interessi e dove è possibile conoscere nuove persone, ma è anche un posto infido, dove è possibile incontrare qualcuno che vuole farci del male. Un luogo dove il bullismo è più semplice, dove si può aggredire gratuitamente, spesso senza conseguenze.
La BalenaBlu fu proprio un sistema di violenza, attraverso cui, gli ideatori del gioco, in cinquanta giorni spingevano le persone al suicidio. E nonostante i diversi servizi fatti in proposito le vittime del gioco sono state altissime. Non possiamo fare altro che continuare a parlarne, a dire a questi ragazzi che c’è ancora una via di uscita.
E’ importante istruire. Chiunque sia in pericolo o conosca qualcuno che ha bisogno di aiuto, prima che faccia una scelta irreparabile deve assolutamente contattare il Telefono Amico al 0223272327 o su WhatsApp al 3450361628. Proviamo a chiedere aiuto, cerchiamo di salvarci a vicenda, perché questo mondo è spesso un posto sinistro ed è un attimo che ci separa dal perdere chi amiamo o la nostra lucidità.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
Ma le informazioni non sono tutte uguali. Se ti arriva un’informazione e da essa non piangi, non ridi, non respiri, non ti disperi o non gioisci, essa non ti serve a nulla.
Perché l’informazione è la libertà di un popolo. Ed é nelle nostre emozioni che si avverte la vera essenza della libertà.
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