Fabio perde la vita sul Mont Blanc du Tacul. Fabio non era solo. Lui e il compagno di scalata sono stati travolti dal cedimento del ghiaccio. L’amico alpinista è stato soccorso dal plutone della gendarmeria, ma per Fabio non c’è stato nulla da fare.
Una storia che si ripete: le vittime del Monte Bianco
Solo la settimana scorsa c’era già stata un’altra vittima, sempre sullo stesso passo, sempre bergamasco. Il giovane Migliorino Davide, insegnante di fisica. Viveva a Treviglio con la compagna Alessandra e aveva solo trentasei anni. Davide stava scalando quattromila metri di altezza, quando una roccia a cui era appeso ha ceduto, con altri due compagni, che fortunatamente si sono salvati.
Oggi però, parliamo di Fabio e di come anche lui sia rimasto vittima del magnificente Monte.
Chi era Fabio e cosa gli è accaduto?
Fabio viveva a Zanica, aveva quarantanove anni ed era originario di Lurano, dove ancora abita sua madre. Lavorava alla Pneumax di Lurano, ditta che si occupa apparecchiature pneumatiche. Fabio muore sul versante francese del Monte a causa del cedimento di un blocco di ghiaccio. Si trovava a più di quattromila metri di altezza, nella regione dell’Alta Savoia. Il versante è considerato la sfida più bella per gli scalatori. Fabio era in compagnia di un amico al momento della tragedia ed entrambi erano partiti dal Torino.
Il ragazzo in compagnia di Medici si è salvato ed è stato portato all’ospedale di Sallanches. Nonostante il dolore della perdita, sembra che lui stia bene e non sia in pericolo di vita. Fabio invece è morto sotto una valanga di ghiaccio e neve. Appena appresa la notizia, i familiari della vittima si sono precipitati per il riconoscimento del cadavere e per portarlo con sé, a Zanica, dove si terranno le esequie.
Il ricordo di Fabio e il cordoglio delle istituzioni
Fabio se ne va, circondato dall’affetto e dal dolore di chi lo ha amato. L’amministrazione comunale di Lurano partecipa al commiato per la perdita del giovane, spendendo solo parole di elogio per l’uomo.
Le indagini sulla tragedia, consumatasi in terra francese, verranno verificate dalle autorità locali che sono già all’opera. L’ennesimo episodio che non lascia spazio a nulla, se non al dolore e alle preghiere.
Agosto: un’altra vittima fra gli alpinisti
Questo agosto non sono solo due le morti consumatesi durante una scalata. A ferragosto è morto un altro alpinista, Sinigaglia Luca, di Milano. Luca si trovava molto più in alto di Fabio, a seimila ottocento metri sul Pobeda, nota montagna del Kirghizistan.
Luca muore da eroe, la sua vita si ferma a causa di un edema celebrare per aver tentato di salvare Natalia Nagovitsyna, sua collega quarantasettenne di origini russe. La donna si era arrestata a settemila metri, bloccata sulla catena del Tien Shan.
A causa di questioni burocratiche, e con un clima impervio, le ricerche dei corpi sono state sospese ed entrambi sono stati dichiarati morti.

Tedesco Giorgia, classe ’95.
Quello che contraddistingue il mio lavoro è l’idea di cos’è che si cela dietro una notizia: un’informazione.
Ma le informazioni non sono tutte uguali. Se ti arriva un’informazione e da essa non piangi, non ridi, non respiri, non ti disperi o non gioisci, essa non ti serve a nulla.
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