Non è un nome da copertina. Ma nel mondo degli affari (quelli torbidi), Pierino Zanga è una figura che lascia il segno. A 71 anni, originario di Chiuduno (Bergamo) e domiciliato a Bolgare, è stato protagonista di una delle confische patrimoniali più imponenti del 2025: ben 4,5 milioni di euro sequestrati tra immobili, società e conti.
Chi è quest’uomo? E cosa ha fatto per finire nel mirino della giustizia?
Un patrimonio milionario. Ma da dove veniva?
Partiamo dai fatti. Zanga era (o si spacciava per) un imprenditore. Negli anni aveva accumulato ville, appartamenti, quote aziendali, terreni, immobili affittati a terzi. E soprattutto, un gioiello immobiliare nella bergamasca: la Locanda Armonia di Trescore Balneario, una villa da cerimonie da centinaia di migliaia di euro di valore.
Ma secondo la Guardia di Finanza e il Tribunale di Milano, non c’era nessuna coerenza tra i redditi dichiarati e la vita che conduceva. In parole povere: lo stile di vita non si spiegava con quanto dichiarava al fisco.
Condanne, società fantasma e prestanome
Zanga non era un perfetto sconosciuto alla giustizia. Nel suo curriculum giudiziario compaiono:
- corruzione,
- bancarotta fraudolenta,
- trasferimento fraudolento di valori,
- reati tributari,
- e l’uso di prestanome per schermare i beni.
In pratica, costruiva strutture aziendali opache per gestire denaro e proprietà senza metterci ufficialmente la firma. Un sistema ben oliato che ha funzionato per anni, finché la magistratura ha fatto due conti.
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Cosa è stato confiscato?
Il 5 agosto 2025 è arrivata la conferma definitiva della misura di prevenzione patrimoniale. Zanga ha perso:
- 37 immobili, tra appartamenti, box e terreni (molti in provincia di Bergamo),
- la Locanda Armonia, villa-eventi molto conosciuta,
- quote di società a lui collegate direttamente o tramite terzi,
- conti correnti e liquidità bancarie.
L’intero patrimonio, secondo i giudici, era “frutto di attività illecite” o comunque “acquisito con mezzi non giustificabili”.
E chi lavorava in quelle proprietà?
Una nota interessante (e umana): la Locanda Armonia, nonostante fosse intestata a una società collegata a Zanga, era gestita da altri soggetti estranei ai reati. Per questo continuerà la sua attività, ma sotto il controllo di un amministratore giudiziario. Il tribunale ha voluto tutelare dipendenti e clienti, distinguendo tra proprietà e gestione.
Il segnale forte: non basta non farsi beccare
La vicenda Zanga è emblematica di un cambio di passo nella lotta alla criminalità economica. Non serve più attendere una condanna penale definitiva per agire: basta la sproporzione tra reddito e patrimonio, se supportata da elementi chiari. La giustizia ora colpisce anche chi non è formalmente “colpevole”, ma chiaramente fuori regola.
Un uomo, tanti misteri
Di Pierino Zanga oggi resta un’ombra. Nessuna dichiarazione pubblica. Nessun tentativo di difesa attraverso i media. E forse è proprio questa assenza a rendere il tutto ancora più affascinante, e inquietante.
Chi lo conosce dice che fosse sempre in abito elegante, discreto ma influente, uno di quelli che a Bergamo “contavano”, ma senza far troppo rumore. E se non fosse stato per la finanza, probabilmente nessuno ne avrebbe mai saputo nulla.
Domande frequenti su Pierino Zanga
Quanti anni ha Pierino Zanga?
È nato nel 1954. Ha 71 anni.
Perché gli hanno confiscato 4,5 milioni di euro?
Perché viveva con un tenore di vita incompatibile con i redditi dichiarati. Il tutto aggravato da condanne per reati economici e fiscali.
Cos’è la Locanda Armonia?
Una villa per eventi e ricevimenti in provincia di Bergamo, considerata il bene simbolo del suo patrimonio.
I beni sono stati definitivamente confiscati?
Sì, la confisca è definitiva. La Cassazione aveva già confermato il sequestro preventivo nel 2022.
È stato arrestato?
No, non si parla di arresti recenti. Si tratta di una misura patrimoniale, non penale.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






