È morto oggi, a 83 anni, Edoardo Boncinelli. E non se ne va solo uno scienziato. Se ne va un pensatore libero, una voce che sapeva parlare di genetica e poesia con la stessa intensità. Un uomo che ha attraversato decenni di scienza, filosofia e divulgazione, diventando uno dei volti più riconoscibili del pensiero italiano contemporaneo.
Ma chi era Boncinelli, oltre ai titoli, alle pubblicazioni, agli onori accademici?
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La biografia: da Rodi a Milano, passando per la genetica
Nato a Rodi il 18 maggio 1941, Boncinelli cresce in Toscana e si laurea in Fisica a Firenze. Ma è nei laboratori della genetica che trova la sua vera vocazione. A partire dagli anni ’70, diventa un punto di riferimento nello studio dei geni Hox, quelli che “disegnano” lo sviluppo del nostro corpo fin dalle prime fasi embrionali.
È stato direttore del laboratorio di Biologia Molecolare dello Sviluppo presso il San Raffaele di Milano, docente alla SISSA di Trieste e poi professore di biologia e filosofia della scienza.
I suoi libri e la sua idea di scienza “umana”
Boncinelli ha scritto decine di libri. Alcuni sono diventati veri e propri cult: “La farfalla e la crisalide”, “Verso l’anima?”, “Il cervello, la mente e l’anima”. Ma anche poesie. Sì, poesie. Perché per lui la scienza non era mai separata dalla bellezza.
Credeva che un vero scienziato dovesse saper spiegare anche a chi non aveva mai aperto un manuale. E così lo trovavamo ospite nei salotti televisivi, editorialista per giornali come il Corriere della Sera e Repubblica, ma anche voce autorevole in festival e conferenze pubbliche.
Vita privata: riservato, ma mai distante
Boncinelli è sempre stato molto riservato sulla sua vita privata. Non ha mai amato i riflettori mondani, preferendo il confronto intellettuale. Non si hanno molte notizie su sua moglie o su eventuali figli, ma chi lo conosceva racconta di un uomo ironico, appassionato e profondamente legato ai suoi affetti, anche se restava distante dal gossip e dall’esposizione mediatica.
Il messaggio che lascia oggi
La notizia della sua morte arriva come un vuoto nel panorama scientifico e culturale italiano. Non solo per chi lavora nella ricerca, ma anche per chi ha imparato a conoscere il mondo attraverso le sue parole.
In un’epoca dove la scienza è spesso strumentalizzata, Boncinelli ha ricordato a tutti che sapere è un atto d’amore, non di arroganza. Che il dubbio è più potente della certezza. Che la mente va nutrita con la stessa cura del corpo.
Un’eredità che resta
Resteranno i suoi libri, le sue interviste, le sue lezioni. Ma soprattutto resterà la sua capacità unica di rendere accessibile l’invisibile, di raccontare l’origine della vita con la meraviglia di un poeta e la precisione di uno scienziato.
Oggi l’Italia perde un uomo di scienza. Ma forse, più di tutto, perde un uomo che sapeva guardare il mondo con occhi diversi. E farcelo vedere anche a noi.
“Head Staff”, giornalista pubblicista laureata in letteratura, amo scrivere e apprendere costantemente cose nuove. Trovo che il mestiere del giornalista sia uno dei più affascinanti che esistano. Ti consente di apprendere, di conoscere il mondo, farti conoscere e di entrare in simbiosi con il lettore






