Sorriso sincero e atteggiamento rassicurante, Fabio Gallo è il volto della “cordialità” dei palinsesti del weekend Rai. In onda a partire da sabato con “Linea Blu” e “Quasar“, il conduttore romano è tornato al timone di “Unomattina Weekly” al fianco di Lorella Boccia: un duo esplosivo e divertente che terrà compagnia agli spettatori in questa calda estate italiana.
Fabio Gallo, chi è
Nato a Roma il 7 ottobre 1986, Fabio Gallo è uno studente universitario quando scopre dentro di sé il “fuoco” dello spettacolo. Iscritto al terzo anno, comincia a recitare in teatro e a prendere parte come comparsa in televisione. E’ ancora minorenne quando appare tra il pubblico di “Domenica In” e dal salotto di “zia Mara” ad Unomattina il passo è davvero molto breve.
La sua avventura a “Linea Blu” prende il via nel 2018 quando, a seguito di una brillante intervista al mercato del pesce di Roma, viene notato dallo staff del programma. Con la co-conduttrice del programma Donatella Bianchi intraprende un profondo sodalizio lavorativo, nonché una sincera e duratura amicizia.
Gallo riesce a creare intorno a sé un clima piacevole e giocoso, un aspetto che emerge in “Unomattina Weekly“, il contenitore del weekend di Rai 1 ricco di giochi, momenti divertenti, notizie dal mondo.
Vita privata e curiosità
Fabio Gallo è molto riservato sulla sua vita privata. Dai suoi profili social emerge poco; l’unica notizia certa è che il capitolino 39enne è padre di due gemelle, Zoe e Greta, di sei anni. Con le sue “principesse” Fabio Gallo è un papà apprensivo, come ammesso nel corso di una intervista al magazine “Tv sorrisi e canzoni“.
Per quanto concerne la vita professionale di Gallo, un aneddoto curioso emerge dalla sua biografia. Uno dei lavori più strani che intraprese risale al 2008 ed è legato al Sanremo di Pippo Baudo. Il conduttore fu selezionato per essere uno dei dodici sosia di… Baudo.
Erano stati convocati tutti coloro che si trovavano sul database dell’ufficio di collocamento Rai e che avevano un’altezza compresa fra un metro e ottantacinque e un metro e novantacinque: eravamo in duemila.
Scopo del casting era quello di selezionare la “dozzina” che sarebbe poi salita sul palco per impersonare il ruolo del “clone” di Baudo. Un’impresa tenuta segreta sino alla fine, anche agli stessi vincitori del casting.
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