Shutdown USA, Trump ancora senza accordo: il voto decisivo atteso al Senato entro venerdì 7 novembre

Serena Comito

Shutdown USA, Trump ancora senza accordo: il voto decisivo atteso al Senato entro venerdì 7 novembre

A Washington il tempo scorre, ma il governo resta bloccato.
Il “shutdown” federale, entrato oggi nel suo 38° giorno, è ormai il più lungo della storia americana. Migliaia di dipendenti pubblici sono ancora senza stipendio e i servizi essenziali continuano a funzionare a singhiozzo.

La tensione politica resta altissima. Donald Trump, tornato alla Casa Bianca meno di un anno fa, non ha ancora trovato la formula giusta per sbloccare lo stallo con il Congresso.

Perché lo scontro non si sblocca

Il nodo resta sempre lo stesso: i finanziamenti e il pacchetto sanitario federale.
I repubblicani al Senato spingono per approvare un piano “ponte” che riapra temporaneamente i dipartimenti chiusi e rimandi a dopo la discussione sulla riforma dell’Affordable Care Act.
I democratici, invece, rifiutano di dare il via libera a una soluzione che non garantisca da subito il rinnovo dei sussidi sanitari.

Il risultato? Una paralisi che rischia di pesare sempre di più sull’economia.
Secondo le stime diffuse ieri dalla Brookings Institution, lo shutdown starebbe giĂ  costando oltre 4 miliardi di dollari a settimana in produttivitĂ  e servizi.

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Il voto di venerdì può cambiare tutto?

Secondo CBS News e Wall Street Journal, il Senato starebbe lavorando a un voto decisivo tra giovedì sera e venerdì mattina su una versione rivista del disegno di legge per il rifinanziamento del governo.
Una manovra di compromesso che, almeno sulla carta, includerebbe fondi per:

  • stipendi arretrati dei lavoratori federali,
  • programmi per veterani e agricoltura,
  • aiuti alimentari temporanei per novembre (SNAP Benefits).

Ma nessuna delle due parti sembra disposta a fare il primo passo.
Un senatore repubblicano ha dichiarato in forma anonima al Washington Post:

“Siamo stanchi, ma non cederemo senza garanzie politiche.”

L’ombra lunga del presidente

Dal canto suo, Trump ha continuato a usare toni duri. In un discorso improvvisato davanti alla Casa Bianca, ha ribadito che non firmerà “nessuna legge incompleta”.
La strategia è chiara: forzare i democratici a negoziare sul suo terreno, anche a costo di prolungare lo stallo.

Intanto, l’opinione pubblica americana mostra segni di stanchezza.
Sondaggi pubblicati da Fox News e Politico indicano che oltre il 60% degli elettori ritiene necessario “un compromesso immediato, anche parziale”.
Un dato che potrebbe pesare sulle prossime mosse della Casa Bianca.

Le conseguenze pratiche per i cittadini

Sul piano concreto, il blocco del governo si fa sentire ogni giorno di piĂą:

  • migliaia di controllori di volo e addetti TSA stanno lavorando senza paga,
  • diversi musei e parchi nazionali sono chiusi,
  • e il Dipartimento dell’Agricoltura ha dovuto annunciare il ritardo dei pagamenti SNAP a milioni di famiglie.

L’amministrazione ha dichiarato che cercherà di garantire “più fondi possibile” fino alla fine del mese, ma non potrà farlo all’infinito.

Quando finirĂ  lo shutdown?

Al momento non esiste una data certa.
Le trattative continuano dietro le quinte, ma i portavoce della Casa Bianca non hanno indicato alcuna scadenza ufficiale.
Le ipotesi piĂą ottimistiche parlano di una riapertura parziale entro la prossima settimana, se il voto del Senato dovesse passare.
Ma gli analisti avvertono: “è solo l’inizio della fine, non la fine dello shutdown”.

Clima di incertezza e sfiducia

Nei corridoi del Congresso cresce la preoccupazione per la perdita di fiducia nei confronti delle istituzioni.
Molti osservatori parlano di uno scenario simile a quello del 2019, quando un altro blocco federale fece crollare la popolaritĂ  presidenziale in poche settimane.

Un consigliere repubblicano, citato da The Hill, ha ammesso:

“Ogni giorno che passa, la pressione aumenta. Se venerdì non passa nulla, sarà un disastro politico.”