Famiglia nel bosco, il ministero smentisce tutto: “i bambini erano in regola con la scuola”

Serena Comito

Famiglia nel bosco, il ministero smentisce tutto: “i bambini erano in regola con la scuola”

Per giorni abbiamo sentito dire che quei tre bambini cresciuti tra i boschi di Palmoli non andavano a scuola, che vivevano isolati, “senza istruzione” e lontani da ogni forma di socialità. Era l’accusa più pesante, quella che ha spinto l’opinione pubblica a immaginare una situazione di abbandono educativo.
Ora, però, arriva una notizia che cambia drasticamente il quadro: il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha confermato che l’obbligo scolastico era rispettato.

Una frase secca, arrivata nel pomeriggio, che ribalta una parte fondamentale del racconto degli ultimi giorni.

Il chiarimento del Ministero

Il Ministero ha verificato la posizione dei tre bambini, tutti iscritti in un percorso di istruzione parentale autorizzato dal dirigente scolastico di competenza.
Non solo: la documentazione risulta trasmessa correttamente e le verifiche sul piano educativo erano in corso.

In altre parole: quella famiglia non stava sottraendo i figli alla scuola, ma applicava un modello di educazione in casa previsto dalla legge italiana e sottoposto a controlli.

Il punto più forte della nota ministeriale è questo:
«Risulta regolarmente espletato l’obbligo scolastico».

Un passaggio che, da solo, modifica l’intera percezione del caso.

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L’allontanamento dei bambini e le tensioni di questi giorni

Nonostante il quadro emerso ora, resta in vigore l’ordinanza del Tribunale per i minorenni dell’Aquila che, il 14 novembre, ha disposto:

  • la sospensione o limitazione della responsabilità genitoriale,
  • il trasferimento dei tre minori in una struttura di accoglienza di Vasto insieme alla madre,
  • il padre rimasto nel casolare di Palmoli.

Il provvedimento parla di isolamento, difficoltà nel garantire cure e condizioni abitative non idonee.
Le ragioni dell’intervento non vengono annullate dal chiarimento del Ministero, ma una parte importante della narrazione – quella sulla “mancata istruzione” – si sgonfia.

Ed è proprio su questa discrepanza che si concentra ora la discussione.

La reazione dei giudici: “Clima ostile, servono toni più sobri”

La vicenda è diventata rapidamente un caso nazionale, alimentando un dibattito acceso e, in alcuni casi, estremamente aggressivo.

L’Associazione Nazionale Magistrati ha parlato di una “campagna di odio” contro i giudici minorili, tanto che il Consiglio Superiore della Magistratura è stato coinvolto per una pratica di tutela nei loro confronti.
Una richiesta inusuale, che dimostra quanto la pressione mediatica sia diventata intensa nelle ultime 24 ore.

E adesso cosa succede?

Il chiarimento del Ministero apre inevitabilmente un nuovo fronte.
Non perché annulli le criticità evidenziate dai servizi sociali – condizioni della casa, isolamento, difficoltà di accesso ai servizi – ma perché smonta uno degli elementi che ha pesato di più nell’opinione pubblica: l’idea di bambini “tenuti fuori dal mondo”.

Ora la domanda è inevitabile:
il provvedimento dell’allontanamento verrà rivisto?

La famiglia, tramite avvocato, sta preparando un ricorso.
La politica chiede trasparenza totale.
E intanto i tre bambini restano nella struttura di Vasto, lontani dalla loro casa, in attesa di capire quale sarà il prossimo passo.

Una vicenda che richiede meno slogan e più fatti

Il caso della “famiglia nel bosco” è diventato nel giro di poche ore un simbolo: per alcuni della fragilità delle istituzioni, per altri dell’eccesso di intervento giudiziario, per altri ancora della difficoltà di vivere fuori dalla norma senza essere fraintesi.

Il chiarimento del Ministero non chiude il caso, ma fa una cosa fondamentale:
riporta la discussione su un terreno concreto, lontano dalle semplificazioni.

Perché, al di là delle ideologie, resta un punto che nessuno può ignorare:
tre bambini sono stati allontanati dalla loro quotidianità. E ogni decisione futura dovrà partire da ciò che è davvero meglio per loro, non da un titolo gridato.